Dunque torna tutto in gioco, anche le gare europee potrebbero finire nel vortice dell’avanzare del virus. Compresa Barcellona-Napoli. E dire che fino a ieri pomeriggio ancora si parlava dei contraccolpi della gara a porte chiuse. «Perderemo sei milioni di euro, ma la salute viene prima di tutto», aveva detto Josep Maria Bartomeu, il numero uno del Barcellona dà una lezione, anche di vita, ai padroni del pallone di casa nostra. «Ci dispiace molto perché i nostri soci e i nostri tifosi non potranno entrare a vedere la gara di Champions. Ma crediamo che stiamo vivendo una situazione eccezionale e anche i nostri fans lo sanno bene».
Insomma, Barcellona-Napoli – se dovesse giocarsi, ma a questo punto è fortemente in dubbio – si giocherà a porte chiuse. A nessuno degli azulgrana è venuto in mente il fatto che il provvedimento aiuterà sicuramente gli azzurri, perché giocare senza la torcida dei 90mila catalani sarà sicuramente un vantaggio per gli uomini di Gattuso. Ma qui è in gioco ben altro. E Bartomeu s’inchina alla decisione e non pretende che ci sia un decreto del governo (fischieranno le orecchie a qualcuno?) per farlo. Corsi e ricorsi: sempre in Spagna il Napoli ha disputato un’altra gara a porte chiuse, quella di esordio in Coppa Campioni, il 16 settembre del 1987. Fonte: Il Mattino