Gian Paolo Montali, lei conosce i playoff, gli scudetti e le specificità dei vari sport. Quale delle ipotesi avanzate dalla Federcalcio per concludere la stagione la convince di più?
«Come dicevo, servono un piano A, un B e un C. L’ultima cosa da tentare in questa situazione è fare scelte di parte, calcoli per favorire questo o quest’altro. Bisogna aspettare che le persone colpite dal Coronavirus diminuiscano in misura significativa. Non sappiamo quando avverrà. Quindi la scelta migliore sarà quella coerente con i tempi a disposizione».
Supponiamo che non ci sia la possibilità di recuperare tutte le giornate perse e si opti per i playoff.
«Sì, ma playoff con chi? Dipende da quanto vuoi farli durare. Io direi formula classica a otto, la prima contro l’ottava, la seconda contro la settima e via a scalare. Se stai più stretto, diciamo che se li giocano le prime quattro».
Se stai ancora più stretto, gara unica.
«No, troppo penalizzante per le squadre più forti. Mi è capitato di vedere tornei organizzati in quel modo e non mi sono piaciuti. Al meglio delle tre partite è la formula ideale. Oppure si può replicare la struttura dei turni di coppa europea, con supplementari e rigori. Se avessi un paio d’ore riuscirei a calcolare quale sia l’idea migliore».
Peccato, non ce l’ha. Diciamo che il calcio tradizionalmente sceglie la seconda.
«Anche perché a quel punto sai per certo che in due partite hai risolto il turno. Purché si mantenga la stessa formula anche per la finale, andata e ritorno. Senza inventarsi alchimie».
Di solito la finale è singola.
«Ma con la finale su due partite si salvaguarda il merito».
Fonte: Cds