Gattuso non è un aziendalista: Più di 100 milioni in panchina

Più di cento milioni «dimenticati» per Rino viene prima la squadra di demarcazione tra Ancelotti e Sarri, Aurelio De Laurentiis disse con la sua tradizionale schiettezza che «Maurizio è un uomo da stadio, da curva mentre Carlo è un aziendalista». Un modo per dire che il tecnico di Figline non lo era, ovvio. Cosa pensi di Gattuso, non lo ha mai dichiarato apertamente.

Ma non è difficile capirlo: nel senso che è stato lo stesso allenatore del Napoli ad “autodenunciarsi” quando ha spiegato la sua preferenza per Ospina. «Certo, vorrei essere anche io più aziendalista». Tradotto: so bene, benissimo che c’è un certo patrimonio della società che De Laurentiis vorrebbe venisse più valorizzato, ne sono consapevole perché non vengo dalla Luna.

Ma come si fa? Coraggioso ai limite della sfrontatezza, Gattuso per far risalire il Napoli in classifica, per portarlo a un passo dalla finale di Coppa Italia e a giocare a testa alta con il Barcellona, ha dovuto tirare silenziose righe a matita sui nomi più costosi della rosa, scegliendo e togliendo, per arrivare infine alla quadratura del cerchio.

Non stanno vincendo solo i nomi, per lui, ma i giocatori. Ecco perché per Lozano (40 milioni), Lobotka (20 milioni), Politano (21 milioni) e Meret (22 milioni) in questo mese della resurrezione c’è stato davvero poca gloria e poco spazio. Nonostante De Laurentiis sogni di vederli in campo di più, magari in qualche partita in Coppa Italia o in qualche gara di serie A. Ma gli interessi della squadra sono per Gattuso più importanti rispetto a quelli della società. Peraltro, difficile fargli cambiare idea. E i risultati sono dalla sua parte e gli danno ragione. Fonte: Il Mattino

 

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