Sì, la sera delle 3 M, le tre emme. Due sul terreno di gioco e l’altra nell’ aria, nella notte, nel cuore. Napoli/Barcellona ed il calcio. Ne parla Ciccio Marolda:
“Siete mai rimasti, dopo una notturna, in uno stadio muto, vuoto, con le luci basse? Fatelo, se potete. Vivetela questa sensazione strana, pure un poco misteriosa, che segna il rapidissimo passaggio tra il clamore di gioie e patimenti collettivi e la solitudine del tifo. Anzi, del tifoso, il quale in un attimo torna ad essere “io” dopo essere stato “noi”, avrebbe detto Galeano. Eccolo il San Paolo vuoto. Luci spente su Napoli-Barcellona. Carnevale è finito e la partita anche. Ma forse non è neppure vero. Perché tra le ombre di quel prato mezzo buio la festa non si ferma. Non può fermarsi. Ancora si rincorrono i fantasmi del pallone. Tre davanti a tutti in questa notte dei ricordi e del futuro: quello di Ciruzzo Mertens perché a lui un posto spetta di diritto, è ovvio; quello di Leo Messi, al quale dopo tanti successi, tanti gol e tanti prati non poteva mancare proprio questo; poi quello dell’altro Pibe. Quello originale. Quello “de oro”, che pure trent’anni dopo dove lo metti metti ci sta sempre bene. Quelli delle Tre Emme sono là e ti convinci che nella fantastica storia di Mertens – bomber senza contratto ma anche senza tempo e ormai senza eguali su quel prato – e anche in quella di Leo Messi Napoli per forza ci doveva stare. Perché Napoli è città di calcio. E non sono così tante nel mondo quelle vere.
Fonte: CdS