Il riconoscimento di Gattuso: «Questo gruppo è arrivato sin qui grazie anche anche ad Ancelotti»

Il tecnico del Napoli elogia anche il tecnico del Barcellona Setien

L’ammissione di Gattuso in conferenza stampa dove non si è parlato solo del Barcellona, ma anche di Setien, Messi e Ancelotti:

«Sono due giorni che sto smanettando per studiarli e Setien ignora quanto mi sia costato spiarlo per farlo seguire quando era al Las Palmas e al Betis. E da quando è arrivato lui, ho rivisto giocate che non si scorgevano da due anni». Questa non può essere una partita eguale alle altre, questo è un calcio che stordisce sino ad obnubilare, trascinando nel gorgo della perdizione. «Voglio una squadra fiera, che non abbia paura: dicono che il Barça sia in difficoltà, per vicende di cui si parla e si scrive. Ma con quello che hanno vinto, questi presunti casi a questi campioni fanno il solletico. E noi non giochiamo solo contro Messi, ma contro una squadra di marziani. Bisogna essere perfetti nelle due fasi, sapendo che loro adesso recuperano il pallone in 6 secondi mentre con Valverde ne impiegavano 11». 

DIEGO, LEO

Ma c’è quel senso di fascinazione collettiva che pervade, perché Napoli-Barcellona mette assieme, quasi li sovrappone, Maradona e Messi, in un gioco a incastro e d’emozioni che sembra appartenga alla letteratura. E sarà pure calcio, certo, ma qui pare di immergersi in un romanzo che collega epoche e personaggi che sprigionano un’euforia contagiosa. «Io Maradona l’ho visto in tv da piccolo e poi nei Dvd: per me, resta il numero 1 di tutti i tempi, è il Dio del calcio; mentre Messi è il più forte contemporaneo, che fa anche da esempio ai giovani». 


NO STOP

Ma quando verrà la partita, e le sensazioni resteranno attaccate alle pareti dell’anima, Napoli-Barcellona dovrà avere un suo procedimento, si direbbe una strategia, per poterla poi eventualmente un giorno raccontare ai nipotini. «Bisogna prendersi qualche rischio, per farli stare anche in difesa. Ma non voglio vedere gente che dinnanzi a qualche errore si lamenti, alzi la mano come se fosse un vigile. Voglio sacrificio». Perché poi ci sarà ancora una notte da attraversare e non si sa cosa nascondano le tenebre, da qui al 30 maggio, quando per arrivare (eventualmente) ad Ataturk, bisognerà comunque passare dal Camp Nou: «Mai dire mai….». Fonte: CdS

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