Sarà la fascinazione di una serata stellare, da attraversare con l’autorevolezza di chi ha sempre evitato d’essere banale, sin dal primo giorno da Champions League, ed era il 18 settembre del 2013, contro il Borussia Dortmund: quel pallone, una golosità per chiunque, divenne subito il suo, spostò Gonzalo Higuain, fatti più in là, poi guardò il portiere, che avrebbe mandato a sbattere contro un palo costringendolo poi a doversi riemettere un dente, e sistemò il suo talento all’incrocio dei pali. A Dortmund, al ritorno, lo rifece, ma diversamente, proprio sotto al Muro, i 24.454 della Südtribüne del Westfalenstadion (ora Signal Iduna Park), perché almeno ci fosse la speranza.
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