E’ stato più difficile «evadere» da Frattamaggiore, uscendo dai luoghi comuni che avrebbero rovinato la vita a chiunque, tranne a chi invece ha deciso di sfidare la natura e pure il destino affrontandoli a viso aperto, da gigante: perché ci sono le «pulci»; e vabbè, scendono da Marte o chissà da quale ignoto e misterioso pianeta e, però, esistono pure gli scugnizzi, che ne hanno egualmente viste di cotte e di crude e sentite qualcuna in più: «E’ piccolo…». Ma con un cuore grosso così e poi un piede, il destro, ch’è servito per spingersi oltre, per scalare quell’Everest dei pregiudizi che gli si è parato di fronte, dal giorno in cui, sbarcando tra gli extraterrestri, ad Insigne è stato chiesto d’esibire il certificato di cittadinanza. Napoli-Barcellona è (ancora) la storia che ti sfiora, sino a ad avvolgerti, conquistandoti, tra le sublimi veroniche della memoria, in quella narrazione suggestiva che allunga l’ombra del pibe nella notte che sa di Messi ma anche di Insigne e che su Sky è stata recentemente assorbita lasciandosi andare, schierandosi. «Messi è un fenomeno, ha doti che per me non ha nessun altro. Io sono innamorato di lui come calciatore e come persona, perché rispetto ad altri calciatori ama la riservatezza e lascia che del proprio privato non si parli praticamente mai.
Non lo conosco, ma immagino sia un fuoriclasse anche fuori dal campo. Penso che, dopo Maradona, sempre dopo Diego, sia lui il più forte di tutti». Fonte: CdS