La criminalità e i precedenti tra pezzotti e truffe!

Nel 2018, la Procura di Roma mise sotto inchiesta 49 persone, scoprendo una rete di pirateria audiovisiva estesa a Svizzera, Germania e Spagna. Un’organizzazione sofisticata, come lo era quella individuata l’anno scorso dalla Procura di Napoli che invece aveva un fatturato annuo di 60 milioni di euro. Al vertice, c’era un greco, Christos Papaoikonomu, con basi in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Un affare per la criminalità organizzata, come evidenzia la guida antipirateria curata da Dazn e Associazione consumatori, dove si legge: «Questo fenomeno alimenta pericolose organizzazioni criminali che, attraverso l’intrusione nei singoli pc, può anche rubare dati sensibili e utilizzarli, oltre che infettarli con virus trojan o malware. I contenuti illegali possono essere un veicolo per immettere dei virus e sfruttare il dispositivo per attacchi hacker».
Nell’inchiesta napoletana del 2019 comparve anche il nome di Franco Maccarelli, molisano residente a Napoli, che venne definito «il re del pezzotto». Attraverso controlli incrociati, la Guardia di finanza, ipotizzò che avesse guadagnato 6 milioni e mezzo di euro attraverso la pirateria via Iptv. E in una telefonata intercettata, Maccarelli avrebbe fatto riferimento a minacce dal clan camorristico dei Lo Russo. Una realtà sottovalutata.

Fonte: Il mattino

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