Demetrio Albertini che poi ha chiuso la carriera da calciatore con il Barcellona. Insomma: ex compagno di squadra di Gattuso ed ex blaugrana, ai microfoni de “il Mattino”, un bel mix in vista dei questi ottavi di Champions League
E come si può battere questa squadra? «Con la pazienza. I giocatori del Napoli devono averne tanta, sia fisica che mentale».
Cosa intende? «Io facevo il centrocampista e ricordo bene cosa voleva dire giocare contro il Barcellona. Ti mettevano dentro un frullatore e quella palla non te la facevano vedere mai. L’unico modo per resistere e non crollare era rimanere lucidi e stare sempre in partita. Come? Con pazienza, appunto».
C’è un giocatore del Napoli sul quale farebbe affidamento? «Se Allan dovesse giocare direi senza dubbio lui, o in alternativa farei il nome di quello che prenderà il suo posto. Perché quando giochi contro il Barcelona il centrocampo è il fulcro della sofferenza. Sì, perché soffri tanto visto che sono palleggiatori e sarà importante non entrare nel loop. Bisogna sempre essere lucidi nell’interpretazione di dove andrà pallone».
L’effetto Gattuso? «Concentrazione e agonismo sono il suo pezzo forte. Non è un allenatore che guarda molto ai singoli. Valorizza molto la squadra».
Che effetto le fa vederlo in panchina? «Che bello».
Ovvero? «È una gioia vederlo lì, perché è uomo di sport e uomo vero. Dimostra quello che è il suo temperamento. Per altro ama talmente tanto questo sport che è uno spot per il calcio italiano e quello mondiale. Rino è l’esempio dell’impegno che si deve mettere in ogni cosa per raggiungere gli obbiettivi senza porsi limiti di alcun genere».
La Redazione