Tutte le strade portano a Mertens: e in questo viaggio immaginifico, una specie di «Ciro» intorno al mondo, ora bisognerà scegliersi una vita e disegnarsela a propria immagine e somiglianza. Palazzo Donn’Anna è un luogo dell’anima, panoramico però ancor prima mistico: si può restare a scrutare l’orizzonte, a lasciare che lo sguardo si perda le confine sottile e impercettibile tra il cielo e il mare, e poi comunque un giorno, non presto e neanche tardissimo, sarà inevitabile lasciarsi andare e decidere come costruire il proprio futuro, cosa privilegiare. I soldi non sono (necessariamente) tutto, né a volte – a quelle dimensioni – aiutano a vivere esageratamente meglio: Mertens è lì, ora soffocato dalla felicità per quei centoventi gol, per la prospettiva di scolpire nel marmo il suo nome e trasformarsi in leggenda napoletana, ma anche la tentazione di aspettare che l’universo-calcio esca allo scoperto, lusingandone (eventualmente) le aspirazioni. Fonte: CdS