VITTORIA DI CARATTERE
Il mister: «Il Napoli a mia somiglianza? Non credo ci debba essere una squadra di Gattuso, ma deve venire fuori un Napoli che riesce a fare bene le due fasi». Piedi per terra e nessuna esaltazione sono parte del credo calcistico dell’allenatore partenopeo che non vuole certo modificare il suo modo di essere. «Quando sono arrivato, non facevamo benissimo la fase difensiva e io non sono un tecnico che vuole che sia fatta bene solo una delle due fasi. Mi piace che i ragazzi facciano tutto come io chiedo, voglio un pressing organizzato e un modo di giocare che metta tutti nelle condizioni di rendere al massimo. Inizialmente la squadra si esprimeva con una pressione super offensiva ma per il momento non possiamo permetterci di farla». E allora meglio rimboccarsi le maniche e cercare, a piccoli passi, quei progressi che a fine stagione potranno regalare qualche piacevole sorpresa. «Siamo sulla strada giusta anche perché non è mai facile venire qui e riuscire a fare risultato. Il Cagliari è vero che sta avendo grandissime difficoltà nei risultati nell’ultimo periodo, ma in uno stadio come questo non è mai facile giocare. E loro avevano dei giocatori davanti che ci potevano creare delle difficoltà in qualsiasi momento». Soddisfazione doppia, quindi, per Gattuso che vede crescere e migliorare il suo meraviglioso giocattolo. «Abbiamo fatto bene come in casa dell’Inter ma con un gioco che si è sviluppato venti metri più avanti. E sono contento per come siamo riusciti a tenere il campo».
VERSO IL FUTURO
Ma qualcosa che è andato storto c’è stata e per questo il tecnico del Napoli non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia. «I ragazzi mi hanno chiesto un giorno libero ma ho detto di no perché, come ho detto, ancora non mi fido. Non appena abbiamo abbassato la guardia, abbiamo rischiato e invece ora abbiamo solo bisogno di fare una serie di partite come le ultime due. E fondamentale sarà la compattezza, sia nostra che di tutto l’ambiente». La piena maturità, però, si avvicina e anche se con qualche rammarico («dovevamo chiuderla negli ultimi quindici minuti perché non averlo fatto ci ha portato a correre qualche rischio») ma il bicchiere è sempre più pieno. «Mi è piaciuta, però, la voglia di stare in campo e di aiutarsi a vicenda». La rincorsa è partita e per capire dove potrà arrivare, sarà necessario attendere ancora qualche turno, ma intanto Rino Gattuso si gode un Mertens di nuovo decisivo. «Se ha fatto 120 gol con la maglia del Napoli, non lo scopro certo io. Lui fa sembrare tutto facile e ormai non mi stupisce più perché abbina grandissima qualità alla furbizia nelle giocate. Peccato solo abbia 33 anni. Il contratto in scadenza? Io faccio l’allenatore e il club sa quello che penso di ogni singolo giocatore, ma poi a fare le scelte è la società che fa tante valutazioni perché è un’azienda».
La Redazione