L’ex arbitro Luca Marelli ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Bianconera nel corso della trasmissione Terzo Tempo: “Il challenge nel calcio? È tutto da vedere, non è stato mai provato nel calcio. Io sono favorevolissimo perché la tecnologia deve essere a disposizione di tutti, lasciando ovviamente l’ultima scelta sempre all’arbitro. Però questo comunicato in questo momento storico non è che abbia tantissimo senso, per un’innovazione come il challenge serve tempo, non si può introdurre da un giorno all’altro perché porta tante problematiche. Per ora non c’è nemmeno nel programma, quindi non capisco a cosa si riferisca il comunicato della FIGC. Mi sembra tanto un contentino per chi si è lamentato degli arbitraggi. Quest’anno non può essere introdotta a campionato in corso e anche l’anno prossimo ci sono penso l’1% di possibilità. Anche il protocollo del VAR ha richiesto due anni di lavoro. Bisogna capire su quali casi il challenge può essere applicato e come, ci sono tante cose da valutare. Secondo me prima della stagione 2022/23 è difficile vederlo”.
Le problematiche legate all’on field review? “La prima è relativa al metodo di chiamata, poniamo che una squadra abbia da recriminare su un calcio di rigore, se l’azione riparte subito il portiere perde la possibilità di chiamare il challenge. Serve tempo agli addetti delle società per rivedere gli episodi, almeno 35-40 secondi. Immaginiamo questo per dieci episodi a partita, le gare diventano infinite. Addirittura nei minuti finali potrebbe diventare un’arma tattica per le squadre, magari una squadra sta vincendo 1-0 e per perdere tempo inizia a chiamare il challenge a caso. Magari si potrebbe introdurre il time-out”.