Numeri, schemi, moduli. Il calcio è anche altro. Decidere di giocarsela in base a quello che Gattuso ha definito rispetto per gli avversari. Si pensa che a scendere in campo sia il 4-3-3 con tanto di tridente, ma a San Siro si vede altro. Si vedono spazi chiusi ai padroni di casa, si limitano gli avversari nelle idee e nel movimento, si ritrovano le ripartenze ed il sacrificio di tutti, compresi gli attaccanti. Per rallentare il gioco nerazzurro c’è Mertens su Brozovic. Dopo il Lecce, il tecnico azzurro sceglie l’altro calcio, quello legato alla sostanza, alla concretezza, alla fase di non possesso, alla palla coperta. Gattuso affrontava una squadra, l’Inter, che nel secondo tempo del recentissimo derby, aveva dato enorme dimostrazione di grinta, tecnica, fisicità ed atletismo, di conseguenza lui sceglie di far giocare il Napoli in maniera equilibrata, ragionata, senza però rinunciare alla proposizione. Ha posizionato Fabian a destra, per farlo rientrare sul suo piede ed ha puntato su Elmas, intraprendente e senza timori reverenziali. Il tutto dovendo rinunciare a “pezzi da 90” quali Insigne, Koulibaly, Allan…Aver battuto un’ Inter che pareva composta da marziani, ora consente di credere che si possa pensare oltre, ma sempre restando con i piedi per terra: «Non c’è nulla da sorridere, perché strada da fare ne resta. Faccio i complimenti ai miei ragazzi, ma voglio vedere sempre quest’atteggiamento. Ma ricordiamoci che non abbiamo ancora fatto niente. L’Inter è forte, abbina fisicità a tecnica, abbiamo oscurato i due attaccanti, perché lavorano molto su di loro, e siamo stati bravi a riproporci. Ma c’è da pedalare».
a cura di Gabriella Calabrese