Primavera Napoli: finora l’avventura del nuovo coach Giuseppe Angelini ha prodotto tre punti in altrettante gare e non ha portato grossi benefici.
Avremmo potuto dedicare il nostro approfondimento settimanale sulle formazioni giovanili del Napoli che, con due successi (Under 15 e Under 17) e un pareggio di carattere (Under 16) che vale quanto una vittoria, sono piazzate tutte tra il primo e secondo posto in classifica nei rispettivi campionati.
E invece no, perchè lo spettacolo indegno della Primavera del Napoli a cui abbiamo assistito sabato scorso alle ore 13 allo stadio “Breda” di Sesto San Giovanni contro la pur fortissima Inter merita approfondimenti e riflessioni da non sottacere.
Partiamo dall’idea di calcio proposta da mister Giuseppe Angelini: cercare di non prenderle poi se capita il tiro in porta meglio..
Mi dispiace ma risultati o non risultati conseguiti, salvezza o non salvezza attualmente il coach siede sulla panchina della Primavera del Napoli e deve soprattutto agire sulla testa dei ragazzi, dando una mentalità utile per diventare dei calciatori veri.
E continuiamo con la formazione schierata in campo, perchè davvero non riusciamo a comprendere tante scelte iniziali che fanno pensare quasi a una gestione cervellotica del gruppo.
Ad esempio perchè gettare il promettente portiere classe 2002 Daniele nella mischia in una delle gare più difficili in assoluto della stagione, relegando in panchina il titolare Idasiak? Se anche si volesse puntare sul giovane scugnizzo partenopeo, convocato anche in prima squadra a dimostrazione del fpotenziale, lo si deve fare in maniera sensata preparandolo e non lanciandolo allo sbaraglio rischiando addirittura di bruciarlo.
Continuando sulla difesa Zedadka, esterno tutto fare che qualche volta in passato ha giocato anche molto alto, è stato lasciato come terzino sinistro nella morsa di Persyn e Moretti, mentre Zanon è partito come centrocampista prima di essere restituito al suo più congeniale ruolo di laterale.
A centrocampo sembrano quasi definitive le bocciature per Labriola, entrato quando ormai il match era andato e anche lui non in grado di far cambiare passo ai suoi, e Vrakas, rimasto tutto il match in panchina, mentre l’ex nerazzurro Sami non sembra aver aumentato la qualità della manovra del Napoli.
E non finisce qui perchè non ci convince affatto neanche la posizione larga in cui è stato schierato Palmieri, a nostro avviso davvero troppo lontano dalla porta, e soprattutto non si sta facendo nulla per recuperare anche Vianni che, oltre a essere isolato, sembra ormai aver completamente perso la dimestichezza col gol.
Quello che è apparso ancora più indecente in questa prestazione è stato lo spirito di rassegnazione degli azzurrini, che chiuderanno la loro pessima giornata con cinque reti al passivo (Mulattieri ha segnato una tripletta con una terza rete splendida sia nella preparazione che nell esecuzione) e zero tiri in porta all’attivo.
Sia ben chiaro: le colpe partono da lontano e sono quasi tutte societarie, forse è arrivato il momento di smettere di pescare talenti svincolati in campionati europei minori e iniziare a ragionare con un progetto che non si fermi alla categoria Under 17, perchè come già ribadito in passato a nostro avviso neanche Mourinho riuscirebbe a cambiare l’inerzia di questa squadra, davvero troppo debole.
Anche un’eventuale retrocessione non è detto che sia per forza un male reale, perchè potrebbe essere il punto di partenza per creare una Primavera forte come dimostrato da Lazio e Milan, ma ha senso giocare l’ultima parte di stagione con tutti questi ragazzi fuori quota in campo? Forse sarebbe meglio chiudere l’annata con i classe 2002, lasciandoli prendere dimestichezza con un campionato che l’anno prossimo dovranno vivere da protagonisti.
Marco Lepore