Ogni minima difficoltà diventa montagna e la salita si fa ripida: «Capitava con Ancelotti e ora con Gattuso. Quando sembra rinato, il Napoli ti tradisce». Ne aveva di grinta, Salvatore Bagni, che a quella maglietta è rimasto legato, ne parla da tifoso, lo fa nel giorno della sfida all’Inter, una partita per lui speciale – da doppio ex – che per il Napoli rappresenta molto più di un’opportunità: «La Coppa Italia non salva la stagione, ma almeno porta in Europa». Sarà dura perché l’Inter, reduce dalla vittoria nel derby, è in forma: «Il Napoli deve solo sperare che l’euforia degli avversari diventi superficialità. Ma dubito accadrà, conoscendo Conte».
Bagni ai microfoni del Cds:
«L’Inter parte favorita, non potrebbe essere altrimenti. Champions a parte, non ha mai fallito. Conte, con una rosa ristretta, ha avuto la forza di andare avanti senza perdere punti, poi è arrivato il mercato che ha portato calciatori esperti che hanno aumentato il livello tecnico della squadra. Tornando al Napoli, che rimpianto…».
Quale? «Quello di non partecipare alla lotta scudetto proprio ora che la quota si è abbassata. Forse è stato proprio questo l’errore principale: sbilanciarsi troppo a inizio stagione. Lo ha fatto la società e, ovviamente, anche Ancelotti, che aveva dato dieci al mercato».
La sconfitta di Lecce è stato l’ennesimo stop. «Il Napoli era reduce da due belle vittorie, contro Lazio e Juventus, e invece s’è abbattuto al primo ostacolo. Basta una minima difficoltà e la squadra si sgonfia».
Gattuso ci mette sempre la faccia. «È arrivato in un momento difficile, c’è voluto del tempo – e forse ancora ce ne vuole – per capire quali fossero i veri problemi. Il peggio sembrava alle spalle e invece la sconfitta col Lecce ha rimesso tutto in discussione».
La Coppa Italia può salvare la stagione? «Non credo possa bastare, ma intanto, in caso di vittoria, ti porterebbe in Europa, traguardo al momento distante».
La Champions League è sfumata? «Nel calcio nulla è impossibile, ma dodici punti sono tanti, forse troppi, e l’Atalanta non molla».
A proposito, tra qualche settimana arriva il Barcellona. «Sarà una bella sfida, certo complicata, sulla carta proibitiva, ma anche loro hanno diversi problemi. Il Napoli se la giocherà».
Il mercato ha portato Demme, Lobotka e Politano. «Sullo slovacco mi ripeterò: è un play e non può fare la mezzala. In un centrocampo a tre l’interno deve spingere e inserirsi in area per fare gol, altrimenti sei bloccato. Col Lecce, infatti, il Napoli era bloccato a destra. Lobotka non ha colpe, per qualità tecniche può giocare ovunque, ma domenica non sapeva dove andare, quali movimenti fare. Era evidente. Forse Gattuso lo ha schierato in quella posizione per aiutare Politano».
Che lei ha promosso o bocciato? «Mi ha fatto una bella impressione, anche se non è ancora in condizione. Ma è un giocatore che apprezzo. Ha personalità, rischia, porta palla, inventa. Ovviamente, dopo sette anni di Callejon, bisogna rendersi conto che con Politano il Napoli giocherà con tre attaccanti e non più con due e mezzo. Lo spagnolo era (è) unico, fa le due fasi, copre e segna. Con Politano il Napoli può diventare più pericoloso ma dovrà esserci equilibrio. I compagni dovranno imparare a conoscerlo per sostenerlo».