La Scala del calcio sta per riabbracciarli,i tre tenori nella magia di una fusione da 284 gol, ciò che resta del passato è un fotogramma ancora vivo di un talento che si è fuso. Sampdoria-Napoli, quando nell’aria s’avvertiva il rimpianto per uno scudetto lasciato in un albergo a Firenze, storditi dalla scelta di Orsato di soprassedere su Pjanic: è in quel momento che sparisce, per loro, il 4-3-3, sfruttato ancora per un po’ da Ancelotti ma senza poter contare su quella combinazione elettrizzante che va da Frattamaggiore sino a Lovanio e poi s’allunga a Motril. Da Callejon a Mertens e, infine, a Insigne è niente, è una veronica per catturar le stelle, è un dribbling o un “tiroagiro” per sedurre la platea, sono tracce di “scugnizzi” che rimangono scolpiti qua e là e che ora riemergono, in questa Inter-Napoli (una semifinale di coppa Italia, ex) che appartiene a loro per diritto calcistico.