Dall’ Atalanta al Lecce: il tempo è fermo, anzi, procede a ritroso

A prescindere dalle buone intenzioni, sembra davvero che gli errori siano reiterati, nel senso che non si stabilisce il “come comportarsi se…”. E, dopo Napoli/Lecce, sembra essere tornati indietro nel tempo. Al termine di Napoli-Atalanta la bufera travolse Giacomelli per non aver interrotto il gioco dopo il contatto tra Kjaer e Llorente. Rizzoli, durante il faccia a faccia assai turbolento con Ancelotti, ammise che «il gioco andava fermato», sia pure per concedere un fallo a favore dell’Atalanta per il gomito alto dell’attaccante spagnolo (anche se in realtà, secondo il Napoli, ad essere punito doveva essere l’intervento del danese che si disinteressa totalmente del pallone per andare a ostacolare in realtà lo spagnolo). Di errori che il Napoli lamenta di aver subito, quello è un po’ il padre di tutti. De Laurentiis, come si può leggere su Il Mattino, protestò animatamente. «Devono andare tutti a casa – disse – Gli arbitri dovrebbero essere tutti stranieri e ben pagati. Se sbagliano vanno multati, al terzo sbaglio vai a casa. Perché c’è questa ostinazione a non capire che il Var deve essere un aiuto? Per ogni tempo ci vorrebbe una chiamata dell’allenatore avversario e dell’allenatore nostro. Se tu dai per due volte in una partita la possibilità di chiamare il Var ad entrambi gli allenatori, quanto tempo perdiamo? Non tanto. Si perde più tempo come si fa ora, visto che l’arbitro non sa tenere l’autorità in campo».
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