Boggi: “Non trovare un solo arbitro da mandare al Mondiale è pesante, su Nicchi…”

In principio, sembrava la panacea di tutti i mali, quella macchina in grado di cancellare anche la moviola alla tv, oltre che decenni di polemiche, di sospetti, ma anche di inchieste, come quella che è passata agli annali come Calciopoli. La storia dei campionati di Serie A disputati con il Var, però, racconta qual-cosa di diverso. Non ha spento le polemiche, anzi, se possibile le ha rinfocolate. L’ex arbitro internazionale, Robert Boggi è uno di quelli che non ha usato mezze misure, soprattutto contro Marcello Nicchi, presidente dell’Aia: «Il Var? Dipende dal protocollo come viene utilizzato. Ma, io, lo stesso Nicchi, Pisacreta e tanti altri abbiamo avuto Casarin come maestro. E Casarin ci diceva sempre: “Non voglio sapere il modo in cui arrivate alla verità, a me interessa solo che voi arriviate alla verità“. Insomma, la verità deve arrivare indipendentemente dalla forma. Io non vorrei che questo uso del Var badasse più alla forma e meno alla sostanza, non vorrei che il protocollo bloccasse l’arbitro. Giva al San Paolo? Perché non ha appurato la verità? È colpa di come è applicato il protocollo? Credo sia indubitabile che ci siano troppe zone grigie: non è concepibile che un arbitro va al Var ed un altro no, non è possibile che episodi uguali vengano giudicati in modo diverso».

LE COLPE DI NICCHI

In tal senso, arriva la stoccata a Nicchi. Dice Boggi: «Parte sempre dal presupposto:Con me o contro di me“. Un modello che ha condotto all’assenza quasi certa di un arbitro italiano al Mondiale. Se questo non è un fallimento, come può essere etichettato? Credo sia peggio di una Nazionale che non arriva al Mondiale, perché una generazione di calciatori nel complesso poco validi può starci, ma non trovare un solo arbitro da mandare al Mondiale è pesante». Fonte: Il Mattino

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