Per un po’, il tempo di scollegarsi dal match, il Napoli domina, offre la percezione di esserci, preme, pressa e soffoca quel Lecce che sta a specchio, con Falco a destra e Saponara a sinistra che un po’ fanno le ali e un po’ riempiono le linee di passaggio. Ma il Napoli è possente, pare ispirato, gironzola nei pressi dell’area, viene stimolato da Zielinski (14′ errore a niente da Vigorito), spreca e poi si ritrova stordito dal tap-in di Lapadula (29′) che capitalizza la smanacciata di Ospina. Ma la sensazione dell’impresa è ancora vaga, sembra sia fuoco di Puglia, mentre invece il «prodigio» sta nascendo, tra le pieghe d’una gara ormai mutata, nella quale Deiola ha un impatto, eccome. Fonte: CdS