Ci siamo arrivati. Prima o poi dovevamo arrivarci. Il Lecce che passa a Napoli mette il punto a un lungo periodo di bellezze e di speranze. Ma non è solo questo. Perché ora c’è il rischio, grosso, che per il Napoli questa stagione passi alla storia come quella dei rimpianti. Dei rimorsi. Chissà se anche dei grandi pentimenti. Già, anni e anni a rincorrere la Juve sfiorando pure il sogno; anni e anni vissuti con pazienza e con giudizio con l’obiettivo di spezzare la dittatura dei marziani del calcio danaroso e poi, quando la Juve diventa, non una squadretta, questo certamente no, ma una buona squadra tra altre buone squadre e nulla più, il Napoli che fa? Fa non uno, ma dieci passi indietro, abdicando al suo riconosciuto ruolo di pretendente allo scudetto e lasciando ad altri l’ambizione e il desiderio. Che peccato!
Ma tant’è. Questa è la storia. Il Napoli s’è fatto trovare impreparato. Ha commesso tanti errori, questo è chiaro, e uno su tutti: ha creduto di poter alla fine sistemare i conti con la Juve con un nome: Ancelotti, senza capire che un ciclo era finito e che non è l’allenatore a far vincere la squadra, ma il contrario. E qui il racconto diventa davvero singolare. Perché lo stesso errore forse l’ha commesso anche la Juve. Anzi, se l’ha commesso, la Juve l’ha commesso doppio: perché per vincere la nausea da vittoria e l’usura di molti dei suoi giocatori s’è aggrappata a Sarri e a Ronaldo. Ovvero: all’esaltazione (quando riesce, si capisce) delle geometrie sul prato anche se priva d’ogni di fantasia e all’estro certificato del quinto-sesto migliore giocatore d’ogni tempo. Ma chissà se basterà. Infatti, pure la Juve è sull’orlo d’una crisi di nervi e d’identità e pure la Juve rischierebbe una stagione di rimpianti e di rimorsi ove mai non le sorridessero campionato e Champions. Strani destini paralleli. Seppure con le dovute ed enormi differenze, è ovvio.
Comunque sia, fine d’una storia, per gli azzurri. Fine di quella fantasia tricolore rincorsa, sfiorata, mai acciuffata. E ora chissà quanto tempo ci vorrà per riannodare quel discorso. L’ha detto il Lecce, l’ha ribadito il Napoli con i suoi errori e le sue fragilità. E allora, addio vecchio Napoli e porte aperte al nuovo che verrà. E che, con Gattuso oppure no, dovrà lavorare sodo per recuperare posizioni in campionato. In campionato, Perché le coppe potrebbero riservare ancora sorprese sorridenti. Non è vero, forse, che sui sogni ancora non ci sono tasse?