Niente è per sempre e sette anni, calcisticamente, rappresentano «l’eternità»: ma il tempo, inesorabilmente, sta scadendo, porterà via con sé le abitudini di un’epoca e poi lascerà che resti tutto scolpito nella memoria. Casa-Callejon è stata sistemata sul lato del campo, però è rimasta «centrale», la corsia di collegamento tra il sogno e la fantasia in una giocata divenuta un poster: da Insigne a sinistra, per sventagliare sulla fascia opposta, tanto era chiaro che dal nulla spuntasse, «ingobbito», l’espressione furba d’uno scugnizzo di «periferia». Ci sono 332 presenze e 79 gol, in quel gesto, la sintesi di un’idea di calciato elevata a teorema e persino ai massimi sistemi: è un fotogramma replicato, che si sovrappone, è la scena-madre di una filosofia che nasce con Benitez, si sviluppa con Sarri, si ricostruisce con Ancelotti e poi svanisce con il Lecce per far spazio a Politano, al quale viene concessso il «lascito» di quella corsia. Fonte: CdS