Dossena: “Il Napoli può tornare dov’era, quel goal di Cavani contro il Lecce…”

NAPOLI. Meno uno ed è di nuovo campionato per il Napoli di Rino Gattuso. Dopo la vittoria di Genova contro la Sampdoria c’è bisogno di dare continuità e Gattuso lancia il messaggio a tifosi e giocatori: “Contro il Lecce dobbiamo portare a casa 3 punti!!! Io sono carico, e voi?”. Quindi domani sarà Napoli-Lecce ed in occasione di questa partita non può che tornare alla memoria una gara che racconta un pezzo di storia del Napoli dell’Era De Laurentiis. 19 dicembre 2010, Grava salva sulla linea in pieno recupero, il contropiede del Napoli prima viene interrotto, ma poi Cavani si libera, salta l’uomo e con una bordata da lontano trova l’1-0 finale che regala tre punti da cardiopalma al Napoli proprio contro il Lecce. In quella gara c’era in campo Andrea Dossena, che ricorda benissimo le emozioni di quei momenti come se fossero ancora davanti ai suoi occhi:

 

Gattuso suona la carica: il Napoli è pronto per risalire la classifica?

«Era un’anomalia trovare il Napoli in quella posizione di classifica. Secondo me ha il terzo miglior potenziale della Serie A, quindi era molto strano vederlo nella seconda colonna della classifica. Ha tutte le carte in regola per tornare dov’era. L’extra calcio è stato una Spada di Damocle sulla schiena per il Napoli. Le cose non saranno del tutto risolte, però con l’entusiasmo dei risultati la speranza è che si arrivi a una conclusione per arrivare almeno a giugno in un determinato modo per il bene del Napoli. Se tutti questi fattori ci sono allora sicuramente il Napoli può risalire la classifica».

 

Quante possibilità ci sono di centrare la Champions?

«Roma e Atalanta sono due squadre agguerrite. Secondo me è difficile anche per il Milan che ha qualche punto in più rispetto al Napoli. Questo perché ci sono delle dirette concorrenti che viaggiano. Non è come l’anno scorso che sembrava quasi il gioco del non prendersi. Ora l’Atalanta ha un’ottima squadra, la Roma vuole tornare nell’Europa che conta. Quindi non è così semplice, i punti persi si fanno sentire. Il Napoli ha iniziato la stagione con tanti problemi e sarebbe proprio un’impresa riuscire a recuperare questo distacco dalle due dirette concorrenti».

A proposito di Champions, manca poco a Napoli-Barcellona. Si può sognare l’impresa?

«Guardando un mese e mezzo fa le squadre parlavamo di un 0-3 all’andata e un 5-0 al ritorno. Il calcio però è questo, cambia di settimana in settimana. Ora il Napoli è vivo, mentre c’è un clima teso e caldo a Barcellona. Se prima sembrava si dovesse scalare un Everest, ora non è una passeggiata, perché la qualità del Barcellona resta e si è vista anche contro l’Inter, quando mandò in campo praticamente le riserve e i nerazzurri non sono riusciti a portare a casa la vittoria. Non è così semplice, ma non è nemmeno più quella montagna insormontabile di due mesi fa. Molto fa la testa, la convinzione ed il Napoli non è quello di prima. Se si può ripensare ad una risalita si può pensare anche di giocarsela alla pari con un Barcellona con qualche problemuccio».

Biglietti già in esaurimento dopo poche ore dall’inizio della vendita. Il pubblico del San Paolo farà la differenza?

«Mi ricordo che quando giocavo e c’erano le partite dal dentro o fuori, ma anche le partite clou al San Paolo, negli ultimi anni il Napoli è riuscito ad affrontare corazzate incredibili e in poche sono andate via con i tre punti. Perché quando ti spingono, quando arrivi ad una partita così importante, nei giorni precedenti, nella settimana precedente senti che ti entra qualcosa in corpo e durante quella partita lì hai una spinta maggiore da parte del pubblico. Come per i tifosi non è una partita come le altre, così è anche per i giocatori. Di conseguenza vai a cercare, a tirare fuori qualche energia che pensavi di non avere».

Intanto testa al Lecce….

«Se il Napoli fa il Napoli per me non ci sarà partita. Se il Napoli entra con la testa e l’intensità giuste al San Paolo non dovrebbe avere problemi. Non credo sbaglierà approccio, viste le diverse scottature avute quest’anno. Se inizi a lasciare un po’ di contropiede, non chiudi la partita subito, loro si galvanizzano e magari riescono a portarti via un punto. E lasciare in questo momento due punti per strada sarebbe deleterio per il Napoli».

Parlando di Napoli-Lecce viene in mente quel famoso gol di Cavani allo scadere nel 2010….

«Mi ricordo un campo pesantissimo e stavamo facendo una grossa fatica. Loro un minuto prima avevano sbagliato un gol con salvataggio di Grava sulla linea. Nel capovolgimento di fronte Edi riesce a liberarsi. Quell’anno parecchie volte riuscivamo a risolvere la partita nei minuti finali. Quindi quando vedo che va al tiro penso ‘No, impossibile che succeda un’altra volta’. E invece ancora gol. Non sono neanche andato ad esultare, ho guardato Morgan De Sanctis, mi sono seduto per terra e ho pensato ‘Mamma, abbiamo portato a casa anche questa’. Ricordo la grande fatica che stavamo facendo per vincere e quasi andavano loro in vantaggio. Se ci fanno gol all’ultimo perdiamo la partita grazie a Cavani, che ha dimostrato nella sua carriera di essere un cecchino, un giocatore fenomenale».

Quanto è cambiato quel Napoli fino a quello di oggi?

«Tanto. Arrivavo da Liverpool, quindi un calcio importante l’avevo già assaggiato. Per il resto però eravamo un gruppo che il grande palcoscenico non lo conosceva bene. Abbiamo messo delle bellissime fondamenta per costruire negli anni, per permettere al presidente di andare a comprare certi giocatori che, senza il budget Champions o la rivendita di alcuni calciatori, non sarebbe mai riuscito a prendere. Quindi di conseguenza si è visto un Napoli sempre in crescita, quello di Benitez, quello di Sarri, quello degli anni successivi. Noi eravamo un gruppo unito, che lavorava tantissimo e poi ogni anno abbiamo sempre avuto degli obiettivi. Un anno volevamo centrare la Champions League e ce l’abbiamo fatta, un altro volevamo portare la Coppa Italia a casa e abbiamo puntato fortemente quella vincendola. C’era grandissimo entusiasmo, perché comunque era il primo Napoli dopo Maradona che raggiungeva certi risultati. Poi tutto veniva più semplice anche per noi con questo spirito». Fonte: Il Roma

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