I fedelissimi – Manolas e Insigne sempre presenti: trascinatori caratteriali e tecnici

Kostas e Lorenzo, sempre in campo a trascinare la squadra

Fedelissimi si diventa, per scelta o anche per necessità: Gattuso ha miscelato le proprie certezze con l’emergenza che si è ritrovata addosso, ha rischiato, è riuscito a non traballare anche dopo la rovinosa nottata con la Fiorentina, nella quale – per restare fedele a se stesso – ha voluto radicarsi nelle sue convinzioni. Però ha solleticato l’orgoglio di uomini nei quali ha creduto, sempre, ha lasciato che fossero i pilastri d’una rielaborazione tecnica d’uno spartito che apparteneva a Callejon e a Insigne, a Zielinski e a Hysaj, tutti uomini dentro al sistema di gioco. La sorte gli ha sottratto Koulibaly, Maksimovic, Allan e Mertens e il turn-over un po’ è sparito e un po’ è stato soppresso: l’unico dubbio, che ancora esiste, e che il tempo risolverà, rimane tra i pali – Meret oppure Ospina, si vedrà. Ma la corsia di di destra, avendo Di Lorenzo guadagnato lo status di centrale, in assenza del K2 e di Maksimovic, è stata consegnata a Hysay e quella opposta a Mario Rui; e davanti, nelle ultime quattro partite, il tridente iniziale non è mai stato ritoccato, né alterato (da destra a sinistra: Callejon, Milik e Insigne). Gattuso ha deciso di procedere, e un po’ ci è stato costretto, attraverso uomini già «eruditi», ai quali concedere poi le proprie dinamiche di calcio. Un leader caratteriale o tecnico per settore (i sempre presenti Manolas in difesa e Insigne in attacco) a cui aggiungere poi Demme, ora che c’è, in mezzo al campo. Un marchio personale. Fonte: CdS

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