Il Napoli d’inizio serata è esagerato per autorevolezza e la Samp che riemerge è la rappresentazione di chi ha scelto di vivere come sa fare Ranieri, a testa alta. C’è dentro una partita ciò che si chiede al calcio e sono emozioni che scuotono, 0-2 al 16′ (Milik di testa ispirato da un regale Zielinski; poi Elmas, per la deviazione) e poi 1-2 dieci minuti dopo, ma bisogna aggiungerci un palo di Ramirez (che va a chiudere un’azione avviata sessanta metri prima), un Audero e un Tonelli decisivi su Milik.
E quando Marassi è diventato enorme, Samp-Napoli è rimasta intensa, più blucerchiata che azzurra, con la rovesciata di Ramirez (10′) che potrebbe trasformarla ancora se il Var non cancellasse la rovesciata del 2-2 per precedente mano di Gabbiadini. Questo non è football, è una centrifuga nella quale finisce (grazie alla tecnologia, stavolta utilissima) il 3-2 di Zielinski, in fuorigioco sul palo di Insigne. La Samp ha deciso, va a sradicare il pallone al Napoli, l’attacca, costringe Gattuso a intervenire (Demme per Lobotka che s’è spento): il ritmo è impressionante, l’impone la Samp, e il Napoli vacilla, se ne sta con nove uomini dietro la linea del pallone e viene piegato (stavolta) dal Var, che spinge La Penna a punire il contatto Manolas-Quagliarella, sfuggitogli in diretta: Gabbiadini è un altro ex e certe storie appartengono a un match infinito. La Samp sembra padrona nelle tenebre, però Gattuso butta dentro prima Mertens, poi Politano (poi il 4-4-2) e dal nulla, in una verticalizzazione improvvisa, scorge la favola con il 3-2 di Demme che sembra un affare di cuore come il 4-2 di Mertens, sempre più vicino ad Hamsik, sempre più (con il Napoli) accomodato sul panorama di un’Europa ch’è lì, come una cartolina.Fonte CdS