Gaucci provò ad acquistare il Napoli, poi arrivò ADL con gli assegni

Luciano Gaucci nell’estate 2004 tentò di diventare il proprietario del Napoli, che dopo aver faticosamente conquistato la permanenza in Serie B (e aver ricevuto le lettere di messa in mora dei suoi giocatori per il mancato pagamento degli stipendi) si avviava verso il fallimento. Il patron del Perugia provò con un’operazione di fitto del ramo d’azienda, 46 milioni pagabili in 5 rate. Dopo il fallimento decretato il 3 agosto, presentò un’offerta in Tribunale.

Il suo consulente napoletano era Francesco Serao, già presidente dell’Ordine nazionale dei commercialisti e vicepresidente del Napoli ai tempi di Maradona. Dopo aver organizzato una festa con gli ultrà al San Paolo lanciando lo slogan «Orgoglio Partenopeo» e aver mandato un po’ di giocatori in ritiro con l’allenatore Gregucci. Il presidente Gaucci presentò un’offerta a Castel Capuano.

Perché la sua fu respinta e venne accolta quella, di pari importo, di De Laurentiis?

«Perché Gaucci mise due suoi appartamenti a Roma, in piazza di Spagna, come garanzia per il versamento di 35 milioni mentre De Laurentiis si presentò con gli assegni. Ma accadde qualcosa di poco chiaro. Gaucci e il suo legale Giovanni Bruno, prima che all’orizzonte apparisse il produttore cinematografico, si erano recati dal notaio indicato dal Tribunale per stipulare l’atto però non lo trovarono. E, intanto, a Castel Capuano si era presentato il presidente federale Carraro. A Gaucci, dopo l’assegnazione del Napoli a De Laurentiis, fu assicurato il pagamento di un milione per le spese sostenute. Io, intanto, avevo chiamato il produttore». Fonte: Il Mattino

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