C’è dell’altro, in questa Idea nuova che ha pilastri d’economia e finanza da fondere con le esigenze tecnico-tattiche: il Napoli va cambiato, lo ha suggerito il campo e lo sosterranno le incursioni dei top club di mezzo mondo che rappresenteranno una tentazione troppo grosso per non ingolosire calciatori che ti afferrano alla gola con effetto speciale. Ma il Napoli va anche ricollocato, nel suo budget, avendo oltrepassato – e da un po’ – il muro dei cento milioni d’ingaggio, che rappresentano una voce enorme, assordante. E l’equilibrio si può ricostruire anche attraverso una rifondazione che spalanchi a giovani con pretese certo meno «soffocanti» degli attuali principi azzurri: è un’esigenza che rischia di dover essere fronteggiata. In qualche modo, in assenza della Champions, di quella cascata di danaro fresco che ha consentito di allungare la gamba con passi giganteschi, persino più lunghi di quelle che sarebbero le proprie, umanissime potenzialità. Però, intanto, c’è un centinaio di milioni di euro che sta avviando la ricostruzione, senza negarsi una riverniciatura pressoché totale. Fonte: CdS