VADO NON VADO
La sceneggiatura della stagione di Dybala, invece, potrebbe essere tranquillamente presa in prestito da un film di Nanni Moretti. In estate sembrava avesse la valigia già pronta. Sembrava, infatti, che le sue caratteristi-che non si potessero sposare con le idee tattiche di Sarri. «E allora che faccio? Vado o non vado?». Il suo nome è quello speso più spesso nella bollente trattativa tra Juve e Inter per Icardi.
Paulo come pedina di scambio per arrivare a Mauro. E alla fine. «Non vado». Icardi vola a Parigi e Dybala resta a Torino, con il suo numero 10 ben stampato dietro la maglia. Eppure sono tutti sicuri che quello con l’Inter non sia un addio ma solo un arrivederci, magari già per questa sessione di mercato di gennaio. Convinti tutti tranne Sarri, però, che partita dopo partita inserisce l’argentino nelle sue rotazioni fino a farlo diventare un intoccabile.
D’altra parte Dybala ha dei piedi che cantano e così la musica degli spartiti di Maurizio viene fuori che è una vera e propria sinfonia. Ecco perché la sua maschera da guerriero è tornata protagonista: 6 gol in campionato, 3 in Champions e uno in coppa Italia. Lui, come Insigne (che però è l’unico tra gli azzurri in questa specialità) è andato a segno in tutte le 3 competizioni stagionali in cui è stata impegnata la sua squadra, e ha ritrovato gol e sorriso. I loro destini sono legati, anche perché a entrambi gli allenatori chiedono di accendere la luce lì davanti. Magari non sempre di fare gol (per quelli ci sono i Cristiano Ronaldo, i Milik, gli Higuain di turno), ma di inventare. Quello spetta a chi è stato benedetto dagli dei del calcio come nel caso di Dybala e Insigne. Un’estate fa la storia di quei due poteva portarli lontano, ma l’inverno ha raccontato di una favola ben diversa. Fonte: Il Mattino