Il Napoli si regala una notte magica, eliminando la Lazio dalla Coppa Italia e conquista la semifinale di Coppa Italia, dove aspetta la vincente di Inter e Fiorentina. Gli azzurri passano subito con la rete di Insigne che scarta un avversario e batte Strakosha. Gli ospiti hanno l’occasione per pareggiare su rigore con Immobile, ma il bomber scivola e manda fuori. Le due squadre restano in dieci, doppie ammonizioni ai danni di Hysaj e Lucas Leiva. Nella ripresa due legni per parte, per i parrtenopei palo con Milik e traversa con Mario Rui, per i biancelesti traversa di Immobile e palo con deviazione da parte di Lazzari. Le pagelle del CdS promuovono Elmas e in difesa un super Manolas, un muro greco.
Ospina 6 – Con i piedi stavolta (non come all’Olimpico) ci sa fare ma lascia perplesso su un traversone dalla bandierina e sul gol (annullato) a Immobile. Però è reattivo su un sinistro di Caiceido e la traversa è con lui.
Hysaj 4 – L’ingiustificabile follia, al 19’, costringe a riscrivere una partita e anche la formazione: scomposto, irrazionale e persino illogico, come il fallo su Caiceido (che vale il rigore). Sciagurato.
Manolas 7 – La lettura su Immobile (35’ pt) è regale, degna d’un difensore del suo spessore. Poi è vigore, dinamismo, acciaio e anche qualche pausa su Correia, che quando si stacca lo inquieta. E’ decisivo su Correia all’88, quando Mario Rui scivola.
Di Lorenzo 6 – Comincia da centrale poi viene costretto a tornare alle origini e gli piace assai: sembra un altro, è sciolto, rischia la giocata e l’affondo, dimostra la personalità soffocata.
Mario Rui 6,5 – Slitta nei tempi di aggressione dello spazio ma poi, quando la nottata viene modificata, preferisce non esagerare e restare dentro il proprio recinto per aspettare Lazzari. Il palo è sfortuna.
Lobotka 6 – Fa in tempo a presentarsi al Napoli e al san Paolo, gioca quel che gli capita ma sempre un tocco e via, verso lo spogliatoio dove lo spedisce il rosso di Hysaj e l’esigenza di risistemare un ordine.
Luperto (22’ pt ) 5,5 – Svirgola e trema, non s’è ancora tolto da dentro le paure e le insicurezze. Ma poi si sveglia e ci sta.
Demme 7 – Quando Napoli-Lazio diventa un mignon, dieci contro dieci, si ritrova con Parolo da vicino, perdendo la libertà iniziale. Fa il «ringhio» teutonico, andando a mordere anche l’erba e diventandolo scudo che serve. Si vede, si sente, è pesante.
Zielinski 7 – Da mezzala a mediano è niente, il tempo di ritrovarsi in inferiorità (poi ristabilita) e dunque di orientarsi diversamente, avendo Milinkovic in opposizione. La veronica (17’ st) è per gli esteti e il finale da esterno è da universale.
Callejon 6,5 – Va dove lo porta l’intelligenza, quarto di destra oppure sostegno della mediana, che ha bisogno di gambe per le diagonali. E Lulic è costretto a stare nei paraggi.
Elmas (22’ st) 6,5 – Di impatto che brucia, un messaggio perché si sappia che lui è lì.
Milik 6 – Palloni giocabili: nessuno. Ma sta lì a mettere pressioni ai centrali avversari, per provare a far salire la squadra. Prende l’ennesimo palo (il quarto) della sua stagione: Oscar alla sfortuna.
Insigne 7 – La magia del talento è in quel passo di danza che manda in confusione Luiz Felipe e restituisce al Napoli l’energia positiva. Poi è interpretazione densa di generosità, come un gregario qualsiasi o come un capitano che va fino a dentro l’area per recuperare il più sporco dei palloni.
Fabian Ruiz (32’ st) sv – Si abbina a Demme, nell’ultimo quarto d’ora che gli tocca, per dare consistenza e freschezza.
Gattuso (all.) 7 – Gli viene strappato il 4-3-3 subito e si ritrova a scegliere: fuori Lobotka, che sa meno cose del Napoli, poi 4-4-1, con intensità e sacrificio, con una squadra che mostra il suo ghigno e che per un po’ tenta anche di giocare come vorrebbe, anche con il veleno.
La Redazione