PRIMAVERA NAPOLI- Paga Baronio le colpe di un club disattento

Una crisi senza fine che investe anche la cantera

In casa Napoli c’è una crisi che ha contenuti molto più forti dei risultati sportivi che in questa stagione sono totalmente e inaspettatamente deficitari.

Sembra di essere tornati indietro di almeno una decina di anni con la differenza che la piazza, desiderosa di vincere, ha fatto la bocca buona a quanto capitato in queste ultime stagioni.

In questo momento appare tutto davvero ingigantito: un club non organizzato a livello societario, la mancanza di strutture e centri sportivi e un settore giovanile in difficoltà.

Già’ perché nessuno parla di cantera, attenzione il lavoro di Grava in questi anni è stato importante e va rimarcato, ma quell’ultimo posto della Primavera fa gridare vendetta.

A pagare per tutti è stato Roberto Baronio, tecnico che nella scorsa stagione aveva fatto i miracoli per tenere la sua formazione fuori dalla lotta salvezza.

E allora improvvisamente l’ex centrocampista della Lazio è diventato un brocco? Ha forse influito su un mercato che ormai anche a livello giovanile muove milioni?

No, perché la correttezza di chi scrive vuole che si debba raccontare la verità che non sarà mai assoluta, ma legata ai fatti.

In passato abbiamo parlato di fuga di talenti dalla Campania ed è vero che il fenomeno è stato parzialmente limitato nelle ultime stagioni, ma questa Primavera è costruita da troppi stranieri presi perché occasioni da cogliere sul mercato. Siamo nell’epoca della globalizzazione è vero, ma forse sono troppi i calciatori arrivati all’ombra del Vesuvio con lo scopo di scovare il “crack”.

Quanti tra i calciatori in rosa in Primavera ad oggi sono pronti non dico per la prima squadra ma per un club di Serie C? Ahimè nessuno e di nuovi Gaetano, la cui gestione meriterebbe un ulteriore approfondimento, non ce ne sono all’orizzonte.

Allora arrivederci a mister Roberto Baronio e benvenuto, con ogni probabilità, all’ex tecnico di Cesena e Rimini Giuseppe Angelini, pur restando nella convinzione che neanche Mourinho potrebbe fare i miracoli.

Chiudo ricordando che la bontà di un settore giovanile si vede non dalla capacità di lanciare un Fabio Cannavaro in modo occasionale, ma nel far emergere tanti piccoli Izzo nel corso degli anni.

A cura di Marco Lepore

 

 

 

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