Il post con il quale Adrian Mutu due giorni fa ha ufficializzato la sua nomina come ct della Romania under 21 la dice lunga sul legame che ha con la nazionale romena e l’Italia. Si tratta di un video che parte con un gol segnato da lui agli Europei 2008 contro l’Italia. In pochi secondi sono racchiusi due dei suoi grandi amori calcistici: l’Italia e la Romania. In mezzo c’è la sicuramente la Fiorentina, la squadra per la quale ha giocato dal 2006 al 2011 segnando più di 50 reti.
Cosa rappresenta per lei la Fiorentina?
«È stato il mio grande amore in serie A».
E ora come la vede?
«Mi sembra una squadra giovane che non è riuscita a esprimersi al massimo con Montella ma che con Iachini si sta ritrovando. Anche lui è stato un giocatore della Fiorentina ed era un centrocampista alla Gattuso. Poi mi piace anche questa nuova proprietà che sta investendo bene ed è vicina alla squadra. Penso proprio che il prossimo anno la Fiorentina possa essere una squadra di vertice».
Oggi gioca contro il Napoli, che Gattuso invece ce l’ha in panchina: che idea si è fatto?
«Da giocatore mi dava tante botte, ma poi siamo diventati grandi amici. Rino mi piace tanto come allenatore e mi sembra possa essere davvero l’uomo giusto per il Napoli, anche se stanno passando un momento difficile e delicato. Lui è l’allenatore in grado di tirarli fuori».
Oltre quella della Fiorentina lei ha vestito le maglie di Parma, Inter, Verona e Cesena: quale altra le sarebbe piaciuta?
«Avrei giocato con grande piacere nel Napoli. Il pubblico napoletano mi ha sempre fatto impazzire, trasmette un amore incondizionato».
Ha detto che la Fiorentina è il suo grande amore, cosa si sentirebbe di dire su Federico Chiesa che non sta vivendo un ottimo momento?
«Penso che sia un grande giocatore e farà strada. Mi piace il suo cambio di ritmo e la sua tecnica. Ha anche tanta velocità e assomiglia tanto a suo padre».
Nel Napoli invece chi le piace?
«Come stile mi rivedo in Insigne. Perché è un giocatore di grande tecnica e penso sia un ottimo attaccante anche se sta segnando poco. Ma il Napoli è squadra con grandi talenti, sono sicuro che con Gattuso svolteranno presto».
Una svolta che però difficilmente potrà rilanciare il Napoli nella cosa al titolo: lei chi vede favorita per lo scudetto?
«Sarà una bella corsa a tre. La Juve è solida e forse più pronta per vincere, l’Inter sta bene e viaggia forte ma attenzione alla Lazio».
Davvero?
«La serie A è cresciuta tanto in questi anni e la filosofia della Lazio mi piace tanto. Hanno un bel modo di giocare e Inzaghi ha le idee chiare: vuole partire sempre con la palla dal portiere e predica il possesso palla. In più ha tanti giocatori che si inseriscono bene e Immobile che è un grande attaccante».
E lei di attaccanti se ne intende. Chi le piace di più in questo campionato?
«Faccio un paragone, dai: Lukaku e Lautaro Martinez come me e Adriano».
Addirittura?
«Tanta gente non dava fiducia a Lukaku, ma lui sta dimostrando il contrario. Lautaro si muove tanto, svaria su tutti i fronti d’attacco inserendosi bene negli spazi che apre il compagno di reparto. Poi è un lottatore. Non è un caso che stiano facendo così bene insieme».
Ripensando alle sue caratteristiche tecniche, con quale allenatore di questa serie A le sarebbe piaciuto giocare?
«Sarri ha le idee chiare e propone cose interessanti. Ma capisco che quest’anno l’approccio sulla squadra sia diverso rispetto a quando era Napoli».
Si spieghi.
«Quando alleni una grandissima squadra puoi accantonare un po’ la tattica perché nei duelli uno contro hai giocatori che ti risolvono i problemi più facilmente. Poi su altre cose è sempre lui, inconfondibile, come sulla solidità che ha dato alla difesa».
Usciamo un po’ dai confini nazionali: Napoli-Barcellona agli ottavi di Champions, cosa le viene in mente?
«Giocare contro il Barcellona pesa. Non solo a livello tecnico ma anche mentale perché affronti una grandissima squadra e un grandissimo giocatore come Messi. Bisogna avere una forza di squadra davvero importante e non marcare solo Messi, perché il Barcellona non è solo lui».
Cosa le piace di più dei catalani?
«Fanno un gioco incredibile, con passaggi interminabili per creare gli spazi giusti per a tutti e consentire di trovarsi nelle situazioni migliori. Poi c’è Messi che può fare la differenza sempre. E io me lo ricordo bene».
Cosa vuol dire?
«Quando ero alla Fiorentina abbiamo fatto un’amichevole contro il Barcellona e c’era Messi: un giocatore imprendibile. Ricordo che non sapevi mai da dove attaccarlo per quando fosse devastante. Portargli via il pallone è difficilissimo. Ma penso che il Napoli abbia qualche chance».
Ovvero?
«Devono fare un grande gioco di squadra con raddoppi sistematici e un muro difensivo, perché ti attaccano con tanti giocatori, non solo gli attaccanti». Fonte: Il Mattino