Meret e Ospina sono completamente diversi, anche fisionomicamante: uno è giovane, reattivo tra i pali,
e 《l’altro》s’è costruito il proprio passato tra Nizza e una settantina di presenze Arsenal, è diventato un totem in Colombia, ma calcisticamente riempie l’area d’una personalità che s’avverte, non disdegna uscire e men che meno adeguarsi al calcio dei contemporanei, anche a costo di rovinarsi l’anima con un dribbling di troppo che trasforma Lazio-Napoli in 《tragedia》.
Dev’essere proprio questo che piace a lui, quel pizzico di sana spavalderia che serve adesso per mettere la testa fuori dal tunnel: non è ancora il momento dei bravi ragazzi, anche se li chiamano enfant-prodige.Fonte: CdS