L’unica strada al momento per gli azzurri che conduce in Europa passa per la Coppa Italia: oggi il Napoli al San Paolo affronta il Perugia negli ottavi di finale.
C’è una strada, ed è virtualmente percorribile, che porta in Europa: è una speranza, ovvio, però sembra persino una luce sistemata in fondo ad un tunnel, una mano che s’allunga e che va colta, senza indugi e (possibilmente), senza paura. Si scrive Coppa Italia e si ripensa a cosa è stato, persino quando si pensava fosse una «coppetta»: nel suo piccolo, ha segnato un’epoca, ha restituito al Napoli (e a Napoli), l’opportunità di rivivere emozioni dimenticare, di ricominciare a vincere e a gioire, festeggiando trionfi che hanno avuto un peso nella sua evoluzione. Anno di grazia 2012, quando tutto è ricominciato: finì a Roma, all’Olimpico, come sempre, in un «braccio di ferro» appassionante con la Juventus di Antonio Conte, tra le lacrime di Lavezzi che andava via e Hamsik che portava in giro un trofeo distante appena otto anni dal Fallimento. Dalle macerie, il Napoli è rinato in fretta, più di quanto si possa sospettare in quest’inverno rigido – s’avverte il gelo e la malinconia – e dall’album dei ricordi (che include anche la dolorosa coppa Italia del 2014, quella conquistata nella notte in cui venne ferito mortalmente Ciro Esposito, e poi la Supercoppa, ancora con Benitez, nel dicembre del 2014), Gattuso ci infila qualcosa di suo. Fonte: CdS