Ciro Immobile, un bomber di casa, lontano da casa…

Mario Sommella e Antonio Immobile hanno trasmesso la passione per il calcio a Marco e Ciro e da dieci anni il primo è il procuratore del secondo, quel Ciro Immobile, quello che segna ovunque, il bomber. «E, diventasse capocannoniere a fine stagione, sarebbe il terzo titolo dopo quelli del 2014 e del 2018», ricorda Sommella. «Un giorno mi telefona Paratici, allora dirigente della Sampdoria, e mi segnala un ragazzo della Primavera del Sorrento: Immobile. Avrei portato a Genova il suo compagno, Di Leva, mentre Ciro sarebbe stato preso dalla Juve. Ma poco dopo si incrociarono le nostre strade grazie a Guglielmo Ricciardi, che dirigeva il settore giovanile del Sorrento». L’esplosione nel campionato di serie B 2011-2012, nel Pescara delle meraviglie al fianco di Insigne e Verratti, sotto la guida del maestro Zeman.
«Quando aveva 24 anni, dopo l’ottima stagione col Torino, era andato al Borussia Dortmund. Sarebbe stato il più difficile anno per quel club, inevitabile che Ciro ne risentisse. Avesse avuto in quel periodo il rendimento di Roma, avrebbe potuto ritrovarsi in una squadra come il Real Madrid o il Manchester United. Sliding doors, ecco. Ma Immobile non ha mai dato troppa importanza ai soldi e si è messo sempre in discussione. È orgoglioso di essere il simbolo della Lazio e vuole lanciare in questa stagione sfide importanti per la sua squadra e per se stesso, a cominciare dagli Europei: l’amarezza per come sono andate a finire precedenti esperienze con la Nazionale, dai Mondiali 2014 al playoff perso nel 2017, è ancora molto forte». Nel 2016…«Sarebbero bastati 9 milioni per portarlo a Napoli ma qualcuno fece i capricci», ha detto nei giorni scorsi Alessandro Moggi…Napoli, ad un tiro di schioppo da Torre Annunziata…

IL Mattino

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