Se il nome del tuo paese arriva dal greco e vuol dire trappola, allora puoi pensare di scappare da quella trappola, di andare lontano, anche perché in una trappola è difficile correre, esultare e vincere. Se poi scopri che la trappola in realtà è solo un segno del destino, allora la storia cambia, così come cambiano i significati. Perché Scandale è un paesino di poco più di tremila anime in provincia di Crotone che vanta origini antiche: in greco classico, Scandale indica genericamente una trappola. «Anche se qui di trappole non ce ne sono state per Diego, anzi. Sembra un film: siamo molto orgogliosi per lui e per la sua famiglia. Stanno realizzando il sogno di una vita».
A dirlo è il sindaco di Scandale, Antonio Barberio, uno che conosce bene la famiglia Demme, perché papà Enzo, colui il quale ha chiamato suo figlio Diego così da tifoso di Maradona e del Napoli, è partito alla volta della Germania proprio da Scandale. Passione trasmessa da padre in figlio. «Assolutamente sì. In paese ci sono ancora diversi cugini di Enzo e di Diego.Raccontano che Enzo era uno dei pochissimi a tifare Napoli a Scandale: aveva questa passione per Maradona. Immagino soltanto il suo orgoglio nel vedere oggi suo figlio nel Napoli.Qui a Scandale sapevamo tutti che l’obiettivo di Diego era quello di vestire la maglia azzurra. Dopo una lunga carriera ci è riuscito:non possiamo che esser felicissimi per lui».
Da oggi,però, tutti tifosi del Napoli a Scandale. «I bambini del paese già mi hanno chiesto la maglia del Napoli di Diego, vogliono quella azzurra con la scritta Demme sulle spalle. Io, lo confesso, simpatizzo per l’Inter: era difficilissimo trovare tifosi del Napoli da queste parti. Però, sono felice che Diego e Gattuso siano a Napoli. Sono ambasciatori di una Calabria dalla faccia pulita,non quella che viene rappresentata in giro. I calabresi hanno dato tanto all’Italia e alla Germania.Nel nostro paese si parla quasi più il tedesco dell’italiano: sono tanti quelli che sono andati e poi sono tornati.Ma i loro figli sono rimasti in Germania e stanno perdendo il legame con la Calabria e con il Sud».
Non ha menzionato l’Italia. Perché? «Anche io sono dovuto andare via e ora sono tornato dopo aver dato una chance ai miei figli.La stessa cosa ha fatto Enzo, operaio che si è specializzato ed ora è richiesto anche in Svizzera per le sue competenze.La famiglia di Diego è come la mia e come tante altre del Mezzogiorno: sono famiglie che non hanno avuto le stesse possibilità di altre, sono persone che sono state costrette ad abbandonare una terra che amano».
Diego Demme è mai stato a Scandale? «Sì, da piccolo. Non so neppure se ricorda il nostro paese, il suo paese.Anche perché,ho controllato nei registri,Diego così come suo padre Enzo sono ancora cittadini di Scandale, sono nel registro degli italiani all’estero. Quindi,non m ichieda se gli darò la cittadinanza, tanto già la ha. E non gli possiamo nemmeno intitolare lo stadio: già ci hanno pensato (ride,ndr)».
Come è possibile? «Il nostro stadio è intitolato già ad un Demme: si chiama Luigi, però, che è stato uno storico dirigente del calcio da queste parti.Ora, abbiamo una squadra in Prima Categoria e lottiamo per salire in Eccellenza:magari, se vinciamo il campionato,Diego e la sua famiglia,potrebbero essere gli ospiti più importanti della festa».
Verrete al San Paolo a vederlo? «Sarà obbligatorio.Già tutti i parenti che lavorano in Comune mi hanno chiesto di poter andare al San Paolo». Fonte: Il Mattino