Il doppio ex Bruno Giordano: ” Laziale doc ma visceralmente legato a Napoli.Io fuori dai giri giusti, non alleno più!”

Un pizzico di emozione c’è sempre, però chiedere a Bruno Giordano per chi farà il tifo tra Lazio e Napoli, risponde ai microfoni de Il Mattino:

«Diciamo che il mio cuore è abbastanza grande per fare spazio a entrambe le squadre».
Una carriera tra alti e bassi, anzi parafrasando il libro a lei ispirato, una vita tra le montagne russe. Cosa fa oggi il bomber del primo scudetto napoletano?
«Aspetto che qualche società seria mi offra una panchina, cerco una storia nuova per ricominciare».
Alla fine, la fissa è sempre quella: allenare.
«Mi piace da matti. Da calciatore avrei potuto ottenere di più però mi accontento di quello che ho avuto».
Giustamente etichettato come laziale doc ma visceralmente legato a Napoli da quello storico scudetto.
«Una giornata indimenticabile, la più bella della mia carriera».
È difficile per Bruno Giordano trovare una squadra con cui lavorare?
«Non è facile. Penso di possedere le qualità necessarie per allenare in A o in B però il nostro è un mondo strano, lo è anche per i dirigenti. Se esci fuori dal giro, fai fatica a rientrare».
A meno che non fai parte del giro giusto.
«Ovvio. Ci sono allenatori che negli ultimi due anni sono puntualmente retrocessi eppure quest’anno sono tornati in serie A».
Il nome non conta più?
«Forse contano le amicizie. Io qualcosina ho fatto e ho vinto due campionati, gli addetti ai lavori preferiscono ricordare gli insuccessi e non ti concedono altre chance. A meno che, appunto, tu non faccia parte del giro buono».
A Gragnano l’ultima esperienza?
«Da dirigente, sì. Ho dato volentieri una mano a un amico che mi aveva chiesto di mettere su un certo progetto».
Anche una breve apparizione nel campo dello scouting, giusto?
«Mio figlio più grande s’è messo in testa di fare il procuratore, gli ho dato consigli, niente di più. Non mi sono mai visto dietro una scrivania».
E se arrivasse l’offerta di un club di serie C?
«Ne ho ricevuta una pochi giorni fa, una squadra che è a metà strada tra Napoli e Roma. Ho declinato perché non ero convinto: cerco un indirizzo intrigante, con una società solida alle spalle pronta a sostenerti nel bene e nel male. Anche in C, perché no? Purchè sia ambiziosa».
 Fonte: Il Mattino

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