In 280 gare da professionista, Diego Demme ne ha giocate 221 da mediano, 39 da centrocampista centrale, gli altri spiccioli da adattato sull’out difensivo, in particolare su quello di destra. Scontato immaginare dove Gattuso lo impiegherà: lì, davanti alla difesa, per rispondere a due criteri enumerati dal tecnico azzurro dopo la sconfitta contro l’Inter. Il primo è legato al possesso palla, al primo possesso: Gattuso lo vuole più pulito e rapido. In sostanza, la palla deve partire dai piedi dei centrali, avere un’alternativa immediata, un giocatore davanti la difesa, che sappia farla girare ad uno, massimo due tocchi, anche con un passaggio banale, ma rapido, che non consenta la costruzione dei blocchi alle linee di passaggio partenopee.
La seconda necessità esposta dal tecnico si condensa in una frase: «Uscivamo sempre male, lasciando un buco in mezzo». La chiarezza non lascia dubbi: il varco centrale non è coperto, anzi non è stretto, come vorrebbe il tecnico. Non solo in occasione del primo e del secondo gol dell’Inter, ma anche in almeno altre due circostanze pericolose, il Napoli ha lasciato troppo spazio al centro. Fabian, assecondando le sue caratteristiche, attacca l’uomo, va a prendere il portatore. È lo stesso concetto che muove Allan: in entrambi i casi, manca la copertura dello spazio, con una difesa che sta imparando, nuovamente, a scappare indietro a copertura della porta, si crea una voragine centrale. Lukaku e compagni hanno avuto praterie anche di 60 metri da poter coprire, quasi, in scioltezza. Fonte: Il Mattino