La controtendenza dell’attacco del Napoli ha un nome, un cognome e un paio di soprannomi: Arkadiusz Milik detto Arek oppure Aro (in famiglia). L’uomo che fa gol, molti più gol dei suoi colleghi in questo periodo, e che soprattutto in un clic è diventato un punto fermo, centrale, del progetto-Gattuso. Proprio così. Cosa manca? La continuità, certo: dimenticare gli infortuni e i problemi fisici, che anche in questa stagione gli hanno già fatto perdere tempo, terreno e soprattutto partite, e poi insistere. Fino alla fine, magari fino alla Champions: l’obiettivo della squadra, ancora estremamente complesso, è quello e non si discute, ma per recuperare gli 11 punti di ritardo dal quarto posto servono i suoi graffi. Firme d’autore polacco: a cominciare dall’Inter. Dalla prima del 2020 in programma domani al San Paolo: mai segnato con i nerazzurri finora, mai, però rispetto al migliore dei realizzatori interisti, e dunque Lukaku, la sua media è più elevata: una rete ogni 85 minuti per Arek, una ogni 132 per Romelu. Spazio e tempo: sorprendenti. Fonte: CdS