La lettera
“Caro Cucci, a volte si fanno dei sogni incredibili: mi sono trovato con i miei amici Raffaele e Vincenzo in una grande chiesa per partecipare alla Messa di Natale. Con somma meraviglia abbiamo notato che al posto dei banchi c’erano lunghi tavoli con sgabelli di legno e, presi dalla curiosità, abbiamo chiesto spiegazione al signore più vicino che ci ha detto: «La Messa è stata anticipata, ora stanno preparando il pranzo di Natale per i poveri. Ho sentito dire che, tra le persone che serviranno ai tavoli, ci saranno alcuni calciatori del Napoli che si sono offerti per solidarietà». Vinti dalla curiosità ci siamo seduti salutando i nostri vicini. Dopo un quarto d’ora circa, guidando un carrello con bottiglie d’acqua e di vino, si è avvicinato Mertens al quale è stata fatta una calorosa accoglienza e una persona gli ha gridato: «Ciro, Napoli ti ama, non ci lasciare». La risposta è stato un grande sorriso come quello che fa dopo aver segnato un gol, ha quindi dispensato le bottiglie lungo il tavolo e si è allontanato. Raffaele ha sussurrato: «Che ragazzo! La sua gioia è il suo sorriso accattivante trasmettono la voglia di vivere a queste persone povere». Dopo poco si sono avvicinati Allan e Insigne con un grosso pentolone contenente dei rigatoni che emanavano un buon odore di ragù. Anche a loro è stata tributata una entusiastica accoglienza con strette di mano, e si sono incuriositi quando una voce da lontano diceva: «Fate i bravi ragazzi, non fate incavolare il nostro presidente altrimenti a rimetterci saremo sempre noi tifosi». Insigne, assumendosi la responsabilità di capitano, ha risposto: «Abbiamo sbagliato e chiesto scusa a tutti, ci siamo promessi di fare il possibile per riportare i tifosi allo stadio e cantare insieme “Torna al San Paolo” sulle note della famosissima “Torna a Surriento”…». Sugli applausi che sono seguiti alle sue parole si è levata un’altra voce: «Vogliamo vedervi giocare sempre con la grinta del secondo tempo col Sassuolo». Mentre si mangiava, Vincenzo si è rivolto a noi con enfasi: «Guardate in quella direzione c’è una persona che somiglia a Ronaldo». Gli ho detto: «Se anche fosse lui, non mi meraviglierei, in fin dei conti è un buon Cristiano». In quel momento mi sono svegliato. La mattina dopo, festa di Capodanno, ho invitato Raffaele a prendere un caffè e gli ho raccontato quel sogno strano, lui dopo alcuni secondi, mi ha detto: «Giochiamoci un bel terno secco: 14, 5 e 24, i numeri di maglia dei giocatori che hai sognato. E io di rimando: «Mettiamoci anche il 25 di Natale».
Luigi Cacciapuoti
Fonte: CdS