La storia del Napoli degli anni dello scudetto non ha avuto solo il grande Diego Armando Maradona, ma anche Bruno Giordano. In città il tricolore manca da 30 anni e l’ex bomber degli azzurri parla del momento dei partenopei in un’intervista a “il Roma”.
Quanto è importante aver ritrovato la vittoria per il Napoli? «Questo lo dirà solo il prosieguo, le prossime partite. Certo, vincere aiuta a superare i migliori delicati in maniera migliore e più in fretta. Ma chiaramente servirà continuità nei risultati. Se vinci una volta sola e non dai seguito è come se non avessi fatto nulla. Una vittoria arrivata all’ultimo è importante anche per l’aspetto del morale e dell’ambiente che si rasserena un po’. Ora ci sono due belle partite, contro Inter e Lazio e questo farà capire se avrà superato (come si dice a Napoli) ‘a nottata oppure no».
Cosa ha dato in queste settimane l’arrivo di Gattuso? «Quando c’è un cambio di allenatore c’è sempre qualcosa di diverso, perché tutti i giocatori partono da zero e hanno la possibilità di guadagnarsi il posto. Gattuso mi piace molto perché è un allenatore semplice che manda i giocatori nella maniera giusta in campo e durante la partita sa trasmettere senso di appartenenza. La vittoria di Reggio Emilia è importante anche per lui, ma è chiaro che c’è da lavorare perché i problemi nell’ultimo periodo ci sono stati. Credo che un allenatore come Gattuso possa aiutare a superarli».
C’è stato un abbraccio intenso tra lui e Insigne a fine gara. Quanto può essere importante? «Credo si dia troppa importanza ai vari abbracci di Insigne con Ancelotti prima e con Gattuso ora. L’importante è che i giocatori dimostrino in campo di voler far bene, di impegnarsi. Non mi riferisco solo a Insigne, ma dal primo all’ultimo, a partire dall’allenatore, passando per lo staff fino a tutti i giocatori. Si è parlato troppo di Insigne ultimamente e dei vari problemi, ma con i risultati si può superare tutto».
Futuro fortemente incerto di Mertens e Callejon. Cosa farebbe al posto di De Laurentiis? «Sono due giocatori importanti per il Napoli quest’anno e lo sono stati per tanti anni. Questa è l’unica cosa che posso dire, perché bisogna anche vedere quali sono i loro progetti, i pensieri del presidente e tutto il contorno».
Di chi ha bisogno il Napoli nel mercato di gennaio? «Servono due bei mediani in mezzo al campo, che sappiano fare filtro. Il Napoli ha una coppia come Koulibaly e Manolas, che è straordinaria, ma se non hanno uno scudo, una protezione, vanno in difficoltà. Per cui avere un giocatore che sappia fare due fasi sarebbe perfetto».
Veniamo a lei. Quale il ricordo più bello a Napoli? «10 maggio 1987. Quello è un ricordo indelebile, non credo solo mio, ma di tutto il popolo azzurro. È stato il primo scudetto e rimarrà nella storia».
C’è qualcosa che cambierebbe? «Forse solo la durata della mia permanenza, avrei voluto giocare più anni a Napoli. Una squadra così importante, una società tanto importante, quando ero alla Lazio non ce l’ho avuta. Quel poco che sono stato a Napoli ho vinto tanto ed invece di tre anni, se fossi stato 6-7 anni sarebbe stato ancora più bello».
La Redazione