Fabiana Vecchione (att. Pomigliano femm.): “Fabianinha? Ecco perchè ho questo soprannome”

Dal Napoli femminile al Pomigliano, con la splendida rete realizzata al Real Bellante ha fatto il giro del mondo e la ventenne Fabiana Vecchione si racconta al sito di Gianluca Di Marzio. “In certe occasioni non devi ragionare, basta reagire d’istinto e l’istinto non ha sesso. Non avevo mai neppure pensato ad un gol del genere ma è stato il coronamento del duro lavoro svolto in questi mesi. Non posso negare che quel gesto mi abbia dato grande visibilità, ho ricevuto tante telefonate. Compresa la vostra. Ho cominciato a giocare ad otto anni in una squadra di maschietti, contro la volontà dei miei genitori. Ritenevano che il calcio fosse uno sport solo per uomini. Andavo allo scuola calcio con mio zio, inventando mille scuse. Poi sono passata al Napoli femminile, esordendo in Serie A. Ma non andò bene . Per una donna fino a pochi anni fa non era semplice stare nel calcio. E cosi son passata al calcio a 5, nell’Afragirl, ho vinto il campionato , segnando 38 reti in una stagione, e sono approdata in A2. In estate ho ricevuto tante offerte da club di calcio a 11, anche da categorie superiori alla C, ma ho sposato il Pomigliano perchè avevo bisogno di sentirmi protagonista. Non penso al futuro, anche se mi piacerebbe, un giorno, vivere solo di calcio. Ora punto a vincere il campionato, le mie compagne mi hanno soprannominato ‘Fabianinha’ perchè, dicono, provi a fare giocate alla Ronaldinho ma in realtà il mio mito è Neymar. Da bambina giocavo a calcio in strada, nei vicolicon i miei cuginetti, stavo sempre con loro. Abito a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta, a due passi dallo stadio San Paolo, come potevo non innamorarmi di questo sport?”. Ma c’è un episodio che ha rappresentato la svolta: “Era il 2014, giocavo nel Napoli, eravamo in traferta a Bari, dovevamo vincere per forza per passare alla semifinale scudetto, entrai dalla panchina e segnai il gol vittoria. Ecco, quel giorno ho capito definitivamente che il calcio era la mia vita. Mi sento gratificata, apprezzata. I miei genitori adesso mi seguono e sono i miei primi tifosi”.

La Redazione

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