L’opinione di Gianfranco Lucariello su il Roma:
“Lo vuole il Real e non soltanto i Blancos che sono pronti a spendere una cifra blù per il suo cartellino, c’è anche il Barcellona sulla sua pista, attorniato da altri club europei di valore mondiale in attesa di farsi avanti per il talentuoso spagnolo al quale sono aperti infiniti orizzonti. A Napoli invece negli ultimissimi tempi Fabian Ruiz viene poco opportunamente scambiato quasi per brocco, ma si può? Nella città in riva al Golfo gran parte della Torcida è piuttosto perplessa e sta rivedendo le considerazioni già molto molto positive sul suo valore tecnico, a causa di prestazioni piuttosto negative fornite dall’interessato, soprattutto quella nell’ultima partita con il Sassuolo, quando ha visibilmente masticato amaro nel momento in cui Gattuso ha dovuto richiamarlo in panchina per dare al centrocampo la consistenza che non aveva avuto fin lì. Vero, tutto vero. E i motivi esistono e sono sul piatto della critica, anche di chi di pallone ne mastica ben poco. Di lui dicono che abbia il passo e l’andatura del cammello, anzi di un… “Cammellone” per l’altezza di un metro e novanta, ma soprattutto perché lento, dinoccolato e macchinoso nei movimenti per mettere in moto il suo sinistro. È un accostamento con un soprannome che non premia affatto il calciatore – che certo un nano non è – giacchè in napoletano il “Cammellone” corrisponde ad un tipo un po’ piegato sulle ginocchia, piuttosto svagato, con le braccia penzolanti e con la bocca semiaperta in un mezzo sorriso da ebete, insomma un tipo un po’… abbonato.Ebbene Fabian Ruiz è tutt’altro: giocatore validissimo e imminente stella di grande splendore con un destino già segnato nelle Furie Rosse, la nazionale spagnola. Nel Napoli da un bel po’ sta attraversando momenti nient’affatto felici, pur avendo offerto in altre circostanze prestazioni di rilievo assoluto al punto da catturare le attenzioni e gli interessi di società giganti nel calcio internazionale. Ma in questa stagione qualcosa non quadra, giacchè l’improprio Cammellone non ne indovina più una. Cosa gli è successo? Forma fisica scadente, giocate poco lucide e imprecise, contrasti mai vincenti e palloni perduti a favore dei contropiedisti avversari ed è capitato in troppe occasioni. Poche viceversa le possibilità legate alle sue non indifferenti qualità e cioè proiezione offensiva a velocità crescente e fendenti implacabili a rete dal limite dell’area. Probabilmente tutto si spiega con la sua inadattabilità al ruolo centrale di centrocampo, ma non è tutto. Certezza del calcio spagnolo, oggi Fabian Ruiz è un calciatore piuttosto confuso e confusionario, probabilmente nelle stesse condizioni in cui sono precipitati anche altri suoi colleghi in azzurro pure loro coinvolti nello stravagante principio della duttilità adottato da Carlo Ancelotti “nel calcio di oggi i giocatori devono saper fare tutto” che nella sua seconda stagione ha trasformato il Napoli in una turbinosa giostra volante. Poco per volta Gattuso sta cercando di far rallentare i meccanismi sballati e di dissolvere gli effetti deleteri. Ruiz è stato pienamente coinvolto nel vecchio tourbillon e il suo malumore era leggibile sul suo viso nel momento della sostituzione subita col Sassuolo dopo un tempo e mezzo schierato da regista, un ruolo ostico e per niente indicato per lui. Un ruolo nient’affatto in linea con le sue caratteristiche di mezzala offensiva che l’hanno fatto apprezzare in lungo e in largo, tanto che si parla di un suo addio dai colori azzurri, dopo appena due stagioni. Da considerare che il Napoli lo ha prelevato dal Betis di Siviglia per trenta milioni di euro e che ha proposto al giocatore il rinnovo del contratto con una clausola rescissoria da 120 milioni di euro. Oggi come oggi la sua partenza potrebbe determinare una cascata d’oro nelle casse del club di Castelvolturno: il cassiere già si sfrega le mani, che affare!” Fonte: Il Roma