Jerbas Faustino, nato a Rio de Janeiro, Conosciuto da tutti come il grande Cané, ha giocato nel Napoli tra gli anni ’60 e ’70. Amareggiato per la partenza non esaltante, spiega ai microfoni de Il Roma quello che per lui è il problema principale: la società.
Dopo la vittoria contro il Sassuolo il Napoli è pronto per rialzarsi?
«Secondo me la malattia resterà fino alla fine a questo punto, perché il Napoli era malato anche a Sassuolo. Perché se così non fosse stato, il primo tempo sarebbe stato diverso, dato che se fossero arrivati quattro gol dei padroni di casa non ci sarebbe stato nulla da dire. Poi l’orgoglio c’è sempre nei giocatori, nessuno gioca per perdere, ma la testa non funziona e si fa più fatica. Sento parlare di condizione fisica. Certo, Ancelotti ha diverse colpe, ma non può Gattuso aver già sistemato questo aspetto. Ha fatto male il Napoli e continua a fare male».
Cosa ha sbagliato Ancelotti?«Lo hanno fatto sbagliare. A qualsiasi allenatore venga detto dalla società di far giocare qualcuno, fa tutto il contrario. Ancelotti lo ha fatto, per alcuni momenti ha avuto ragione e per altri no. Ma ciò che dico è che il problema è a monte. Non ci si può svegliare la mattina e dire ‘Vinciamo il campionato’. Lui è arrivato l’anno scorso e già c’era questa voce. Ma come si può fare se Sarri ha fatto 92 punti e non ci è riuscito? I risultati non arrivano solo con il nome di un grandissimo allenatore, sono i giocatori che scendono in campo. È stata fatta una campagna acquisti non da grande club».
Appunto, il mercato: come deve intervenire il Napoli a gennaio?
«Bisogna stare attenti a non buttare i soldi come accaduto la scorsa estate. Tutto qui. Non credo che De Laurentiis vada a prendere qualcuno per arrivare in Champions. Bisogna fare un discorso più che altro di progetto. Mandare via Ancelotti per prendere Gattuso è stato un errore, se voglio ripartire in maniera importante vado ad ingaggiare Allegri, mettendogli 2-3 anni di contratto. Quando una grande società fallisce sul piano tecnico è questa la soluzione, ma ci troviamo di fronte a quella che non è mai stata una grande società».
Mertens e Callejon più fuori che dentro il prossimo anno. Cosa farebbe al posto di De Laurentiis?
«C’è troppa confusione. Mi metto nei panni dei giocatori: se sono un giocatore valido e vado a guadagnare cifre importanti altrove, perché devo essere offeso per questo? Sono un professionista. È la fine del mondo. Come è la fine del mondo un giocatore come Mertens, che riesce a risolvere una partita anche partendo dalla panchina. A Napoli vedo tante persone incompetenti, a partire dal presidente. È bravissimo in altre cose, nell’amministrazione, ha fatto partire lui il discorso dei diritti d’immagine, gliene va dato atto. Ma non mi posso fidare del piano tecnico di De Laurentiis».
Il rapporto con il San Paolo non è dei migliori ultimamente. Come riconquistarlo?
«Partirei da Insigne. Non merita quello che sta avendo. Il suo rendimento non potrà migliorare troppo se la gente continuerà a trattarlo così. È un prodotto nazionale, che è titolare in Nazionale. Allora chi è che non capisce niente? Noi tifosi o gli allenatori? Non scherziamo. Ai miei tempi c’era un certo Juliano, che ha fatto tre Mondiali e tecnicamente era la metà di Insigne. Ma con la sua caratteristica di napoletano è andato contro il pubblico dando tutto e di più vincendo la sua battaglia, alla fine ha giocato tre Mondiali. Sì, ha giocato un quarto d’ora, però ci è arrivato. Sono avvilito perché ciò che sta accadendo a Napoli è da non credere. Comunque la gente ora deve aiutare Gattuso, ma non solo, anche i giocatori. Dopo Insigne anche i vari Mario Rui, Fabián Ruiz». Fonte: Il Roma