Aver speso tanto, oltre cento milioni, non ha migliorato una squadra che aveva perso due uomini di prestigio come Albiol, leader della difesa, e Hamsik, il capitano. Per Manolas e Lozano sono stati fatti investimenti pesanti, però i risultati sul campo sono stati intermittenti. Al messicano il Napoli è arrivato dopo un lungo e infruttuoso corteggiamento di James Rodriguez, il talento pupillo di Ancelotti, e una serie di contatti con attaccanti dalle differenti caratteristiche, da Icardi a Pépé, fino all’ingaggio del 34enne svincolato Llorente, non riconfermato dal Tottenham: un segnale di confusione. Nel sistema di gioco di Ancelotti non era previsto il play, di cui Gattuso avverte invece la necessità, però neanche è stato acquistato un centrocampista da utilizzare in alternativa ad Allan. E non è stato preso un terzino sinistro come vice di Mario Rui, dato che Ghoulam è l’ombra di se stesso. C’è stato un altro problema sul mercato, esploso in autunno: i rinnovi dei contratti di titolarissimi come Callejon e Mertens, in scadenza tra pochi mesi, oltre alla definizione degli accordi con Milik e Zielinski, ma anche Allan e Fabian. Queste vicende devono aver inciso sulla compattezza dello spogliatoio. Eppure, a questo mercato Ancelotti aveva dato «voto 10». Fonte: Il Mattino