Gattuso: “Abbiamo un dovere, riportare i nostri tifosi allo stadio”

Il tecnico del Napoli: "Siamo ancora in convalescenza"

La gioia del Napoli diviene la rabbia del Sassuolo e per poco, a bordo campo, non si arrivi al contatto tra Giuntoli e De Zerbi. Non si spiega il calcio, si accetta e poi si analizza: e quando ormai l’ira s’è trasformata in delirio, il Napoli sa dove ripartire, ora lo sa, anche se nell’intervallo, davanti a quel Sassuolo, non ne aveva consapevolezza. Così Gattuso parla alla stampa e riportato dal Corriere dello Sport. 

Incredibile ma vero.  «Sappiamo di essere convalescenti, di dover guarire. Erano due mesi che non vincevamo in campionato e l’abbiamo voluta, ma siamo coscienti di dover superare le difficoltà. Non siamo ancora guariti».

Non potete esserlo, con quel primo tempo. «Spero che sia stato l’ultima frazione di una partita che questo Napoli abbia sbagliato. Nell’intervallo c’era tanta delusione, poi sono stati bravi i ragazzi. Non gasiamoci, la strada è lunga, dobbiamo migliorare, però. nella ripresa ho avuto le risposte che cercavo. Miracoli non se ne fanno, bisogna continuare a lavorare. Io so che questa squadra ha tanta qualità, ma serve equilibrio e bisogna sapere essere nelle partite per novanta minuti, anzi per novantacinque come stavolta con il Sassuolo».

Lei insiste: 4-3-3  «Questa squadra ha sempre giocato così, però bisogna essere più corti, lavorare di reparto e dare continuità al lavoro cominciato dieci giorni fa. Vero, Fabian ha faticato, non è un vertice basso, ma ora dobbiamo essere perfetti noi per farlo giocare in quella posizione». 

Dove interverrà?  «Bisogna intervenire sulle catene, fare movimenti opposti. Nel primo tempo siamo stati statici, abbiamo perso troppi palloni».

Poi è venuto fuori il carattere, che sembrava fosse andato disperso. «Onore a questi ragazzi, che in dieci giorni mi hanno dato grandissima disponibilità. Voglio entrare nell’anima dei miei giocatori, so allenare solo così: magari può dar fastidio a qualche giocatore, stare ventiquattro ore sul pezzo, ma io sono questo».

Il talento non vi manca, comunque. «Questo Napoli per tantissimi anni ha scritto pagine importanti della storia del club, giocandosi il campionato fino alla fine. Ora stanno vivendo una realtà che non gli appartiene e bisogna intervenire».

Se le dicono Barcellona… «Mi vengono i capelli bianchi… Lasciamo stare. Pensiamo a Lazio, Inter e tutte quelle che dobbiamo affrontare. Ce la giocheremo, faticheremo, ma prepariamoci per quello che deve arrivare».

Certe vittorie sono un segnale?  «Sono nella parte sin dal primo giorno che sono arrivato: mi piace toccare i miei giocatori, mi piace avere un contatto, sono sempre stato così. Ma la svolta va trovata con le prestazioni: oggi ho sentito tanti fischi e poi gli applausi. Ho visto la gioia negli occhi di tutti. Ora abbiamo il dovere di riportare i tifosi allo stadio». 

 

 

 

 

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