Gattuso in conferenza: “Con il Sassuolo non è l’ultima spiaggia. L’abbraccio Insigne-AdL? Simbolo della rinascita”

Il tecnico del Napoli: "Contro i neroverdi voglio vedere una squadra coraggiosa"

In sala stampa ieri a Castel Volturno, il tecnico del Napoli Gennaro Gattuso ha analizzato il momento della squadra e attraverso il CdS, ha presentato la sfida di questa sera contro il Sassuolo di De Zerbi

Una settimana «piena» cosa lascia, Gattuso? «La sensazione che la squadra si sia consegnata a me e al mio staff, con enorme disponibilità. Io vorrei che i ragazzi tornassero a fare le cose che abitualmente hanno offerto».

Due mesi senza vittorie pesano. «Ma non è un’ultima spiaggia. E’ una frase che nel mio vocabolario non esiste. So di cosa è stato capace il Napoli, con Liverpool e Salisburgo: stiamo parlando di settimane, non anni».

La paura del Napoli può diventare la sua? «Io non ho paura. Mi mostro duro, per trasmettere tranquillità. Dobbiamo credere in noi stessi, essere più liberi nella testa, ignorare la classifica». 

Che Napoli si aspetta?  «Che soffra e sappia tenere il campo, contro una squadra forte, che De Zerbi fa giocar bene».

Ovviamente, 4-3-3… «Palleggiando dal basso e creare superiorità numerica, interpretando in maniera impeccabile le marcature preventive. Ci deve essere organizzazione, intorno a Fabian che può fare il vertice basso». 

Sembra abbia il «debole» per Milik…  «Io sono pazzo di tutti i miei giocatori. Questa squadra ha dato tanto e questi ragazzi vanno accompagnati. L’abbraccio di De Laurentiis a Insigne, durante la cena di Natale, dev’essere l’inizio della rinascita. Oggi la palla pesa 10 chili, dobbiamo toglierci questa pressione».

Le multe rappresentano un problema? «Non vedo una squadra infastidita, della questione ho sentito parlare solo il primo giorno in cui sono arrivato. Ma ora abbiamo problemi più seri».

Scelga un modello di riferimento, oggi, tra gli ex allenatori che ha avuto?  «Mi viene da dire Marcello Lippi, grande marinaio che sapeva fronteggiare le difficoltà. E poi ha allenato anche qua».

Il suo «papà» Ancelotti è ufficialmente allenatore dell’Everton.  «Sapevo che Carlo avrebbe impiegato un minuto per tornare. Lo chiamo subito: abbiamo condiviso tante cose, gli auguro il meglio, perché ad una persona perbene come lui si può solo volere del bene e io gliene voglio».

Può dire anche cosa pensa del Barcellona… «Non mi sembra un sorteggio favorevole. Sappiamo che sarà dura, perché il Barça è incredibile. Io oggi voglio vincere e nel 2020 rivedere il San Paolo pieno. Questo è il nostro dovere, riaccendere l’entusiasmo».

La Redazione

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