UNA FOTO DALLA PANCHINA
Ernesto Valverde ha riposto nel cassetto gli appunti di tiki taka che avevano portato sul tetto d’Europa e del Mondo il Barcellona di Raijkard prima e Guardiola poi. Il suo gioco è più pratico e meno spettacolare. Passa inevitabilmente dalle giocate decisive di Messi e dai gol di Suarez, ma è soprattutto verticale e meticoloso. L’allenatore (con l’hobby della fotografia in bianco e nero) del Barcellona è uno che passa gran parte della sua giornata a studiare: i suoi schemi, ma anche quelli degli avversari.
Il Napoli, nel caso di specie. Lo conosce bene perché era alla guida dell’Athletic Bilbao quando nel 2014 fece fuori gli azzurri di Benitez ai preliminari di Champions. «Madonna di Begona? Ho fatto un voto, in cambio ho chiesto i tre punti in campionato e di passare il turno contro il Napoli in Europa». Aveva dichiarato prima della doppia sfida e gli andò decisamente bene. La sua panchina al Barcellona (dove ha anche giocato seppur solo 22 gare a causa di infortuni sotto la gestione Cruijff) ha traballato e non poco lo scorso anno. Quando fu clamorosamente buttato fuori dal Liverpool in semifinale dopo la rimonta dei Reds nella gara di ritorno.
A salvarlo fu lo spogliatoio, compatto nel volerlo ancora. Ma l’impressione è che questa possa essere davvero la sua ultima stagione in Catalogna. Gli piacerebbe chiudere in bellezza. Cosa che vorrebbe dire passare almeno gli ottavi di Champions. Visto che al Barcellona non capita di finire fuori al primo turno a eliminazione diretta dalla stagione 2006-07 contro il Liverpool. Non ci sono precedenti, invece, in ambito internazionale tra il Napoli e il Barcellona. Le due squadre si sono affrontate solo in amichevole (le ultime due quest’estate negli States) e il bilancio è nettamente in favore degli spagnoli: 3 vittorie e 1 sconfitta.
Fonte: Il Mattino