ANNI DIFFICILI
Gattuso, schierandolo esterno alto nel 4-3-3, ha spinto Insigne a ritrovare quella fiducia nella giocata che Lorenzo, in qualche circostanza anche pubblicamente, ha addebitato all’idea di calcio di Ancelotti, alla posizione da laterale mancino di centrocampo nel 4-4-2, ai principi di gioco di un sistema molto lontano da quello zemaniano prima e sarriano poi, che ne hanno esaltato le caratteristiche. Gli screzi con Ancelotti hanno condotto a diversi meeting, l’ultimo nel settembre scorso, con l’arrivo di Mino Raiola a Napoli. Il precedente, c’era stato prima del termine della scorsa stagione che sembrava l’antefatto per un rapporto diverso.
Nulla. Nonostante il post sui social, dopo l’esonero di Ancelotti. Insigne ha vissuto un anno e mezzo fatto di pochi momenti esaltanti, soprattutto in Champions e di tante incomprensioni. Non è un mistero che quest’estate, Mino Raiola, il suo agente, ha provato a superare questa situazione di impasse. Non è riuscito, però, a far arrivare sulla scrivania di De Laurentiis offerte tali che potessero stuzzicare il palato presidenziale. Neppure l’idea dello scambio con Icardi è stata praticabile, anche perché, dopo un iniziale interessamento, gli obiettivi dei nerazzurri sono virati altrove, sotto la pressione di Antonio Conte. «Senza un rendimento da top, non posso portarti in squadre importanti». Questo il mantra ripetuto da Raiola al suo assistito, in un’estate complessa, dove i rapporti con Ancelotti, le voci legate agli arrivi, un logorio mentale anche nel rapporto con la tifoseria, avevano nuovamente aperto la strada all’addio.
Fonte: Il Mattino