Cos’altro ancora chiedersi, quando è finita? «Come l’abbiamo persa…!». E’ una esclamazione ma potrebbe essere anche una domanda che Sebastiano Luperto fa a se stesso, al Napoli, nell’intervista a Radio Kiss Kiss, mentre si esce da un san Paolo in cui la tristezza si coglie ed è sparsa non solo negli spogliatoi. «Io dico anche non meritavamo». E’ un momento difficile, il più duro del Napoli dell’ultimo decennio, forse persino il più complesso dell’era De Laurentiis: la quinta sconfitta stagionale, tutte in campionato, e ora un quarto posto che forse non è neppure giusto guardare, per non farsi ulteriormente male. Il Parma la vince in contropiede, infilandosi come una lama bollente nel burro della mediana e anche della difesa, in quella terra di nessuno dalla quale Koulibaly è sparito in fretta, al quarto minuto, dopo averla fatta grossa ed aver anche rimediato un sospetto stiramento al bicipite femorale. «E però mai una volta che la sorte ci dia una mano: nella ripresa la partita l’abbiamo fatta completamente ed esclusivamente noi. Qualcosa abbiamo dovuto concedere, un paio di ripartenze, ma eravamo sempre nella metà campo del Parma. Ci vorrebbe anche un aiuto della dea bendata ed invece pure stavolta abbiamo qualche recriminazione». Ma non bastano quelle, perché la svolta ha bisogno di altro, di una reazione violenta che aiuti il Napoli a rialzarsi.
EMERGENZA
Ora c’è il caos, dietro: fuori Koulibaly, fuori anche Maksimovic che ha ancora una giornata di squalifica da scontare ma anche un infortunio da fronteggiare, e dunque restano Manolas e Luperto per Reggio Emilia, aspettando che magari si rialzi Tonelli, fermo da chissà quanto. «Io sono entrato in campo a freddo, mi sono riscaldato giocando, e non entro nel merito della prestazione. Spero di consacrarmi quest’anno, ci mancherebbe, ma adesso devo innanzitutto augurarmi che il Napoli esca da questa situazione».
SFORTUNA
E’ stata un’altra notte da cancellare, proprio nel finale: però anche prima era stata difficilissima, per esempio correre dietro a Gervinho e Kulusevski, ed al novantottoesimo c’è scappato il crollo, definitivo, che Luperto non riesce a digerire. «Siamo stati anche sfortunati, secondo me. Abbiamo giocato a una porta sola, abbiamo tenuto sempre noi il pallone, abbiamo anche costruito occasioni. Certo, abbiamo anche rischiato, ma non ci gira bene».
La Redazione