La parola al filosofo: “Il Maestro, Carlo Ancelotti, era stanco, e aveva trasmesso la sua stanchezza alla squadra, al di là dei tanti eventi che qui è inutile ricordare e dopo i quali la situazione è precipitata. La partita col Genk faceva già parte del dopo Ancelotti nella consapevolezza della squadra, il racconto è sulla bocca di tutti. Il distacco era già avvenuto, ed è giunta la vittoria. Arriva al suo posto l’Allievo, terra e sangue, si chiama Gennaro Gattuso. L’Accanimento fatto persona. Una dedizione alla squadra che sarà gridata dal bordo del campo. Tutto un altro film. Non parlo di tattiche, 4-4-3 o altro… A parte la mia passione, tecnicamente incompetente, non ho mai pensato che le tattiche siano decisive, l’imprevedibilità del campo subito le manda in soffitta.
Sarà bene accolto da una squadra che proprio di questo aveva e ha bisogno. Mossa questa volta geniale del Presidente De Laurentiis, unico possibile neo può essere l’attenzione spostata dall’internazionale al nazionale, dalla Champions al campionato, che mi pare più nelle corde del Gattuso. Vedremo da sabato prossimo. Si è autorevolmente detto: bene accolto dalla squadra non lo sarà dalla gente. Conosco Napoli per viverci dai tempi ormai lontanissimi della mia nascita, e mi permetto di obiettare: basterà sabato prossimo con il Parma, energia positiva dentro e fuori del campo, e Gattuso sarà nel cuore della città, con in attesa sospettosa solo i tecnici più sofisticati. Che temono il provincialismo in agguato, Ancelotti, in questo, ben altra garanzia. Anche qui, vedremo, tempo al tempo”.
Fonte: CdS