Dall’ammutinamento ad oggi il Napoli ha vissuto giorni “particolari”

Mettete da parte l’idea di un gruppo sotto-choc per le multe legate all’ammutinamento del 5 novembre. C’è solo Mertens e pochissimi altri che, di tanto in tanto, tirano in ballo la questione. Ma Insigne, dopo aver preso parte alla rivolta, ormai ha fatto molto più di un passo indietro. Ripete davanti a Gattuso. «C’è il Napoli, c’è solo il Napoli». Sì, è un Lorenzo nuovo. I calciatori, con Insigne in testa, non fanno che ripetersi che quelle sanzioni, alla fine, il presidente le toglierà. È stato un atto di forza e basta. Verranno cancellate, è la certezza del gruppo. E questo dà serenità. E nessuno in società fa capire che non sarà così. Insigne è carico in questi test del tridente: deve coprire bene il campo e aiutare a non prendere ripartenze. Sì, il tempo è finito.

Gattuso non è Ancelotti. Non è un leader calmo, è un leader che ti sbrana se non fai la cosa giusta. E Lorenzo lo ha capito. Ed è quello di cui aveva bisogno. Coraggio, allora, e basta recitare la parte del campione incompreso. Nell’ora più buia dell’era De Laurentiis è arrivato il momento per Insigne di varcare la famosa linea d’ombra tra il calciatore normale e il leader che fa la differenza. Gli irriducibili cacciatori di segnali del risveglio hanno preso nota del nuovo Insigne in questi due allenamenti agli ordini di Gattuso. Lo ha spremuto fino all’ultimo secondo e quando Lorenzo, quasi per inerzia, alla fine dell’allenamento di ieri ha provato a prendere il pallone per degli esercizi di tiri in porta, si è sentito un urlo che ha squarciato il silenzio del centro tecnico: «Basta, nessun tiro in porta alla fine dell’allenamento!». Era Gattuso.


Con Ancelotti non è mai stato nulla normale: dall’esigenza di vedersi (con Raiola) il primo maggio, dai continui faccia a faccia, dalle esclusioni eccellenti all’abbraccio di Salisburgo a testimoniare chissà che. Su tutto, la questione tecnica: nel 4-4-2 a Insigne mancava l’aria. Arriva il Parma e tocca a lui: il Napoli (e i suoi tifosi) potrebbero non sopportare più la sua latitanza. La squadra ha caldeggiato il tridente e da domani lo riavrà. Gattuso ci riprova, ma se Lorenzo non gli darà una mano, alla fine anche Ringhio potrebbe convincersi che si può giocare senza il genio di Insigne.
Fonte: Il Mattino

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